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Berlusconi: "A Draghi servirà tempo, ha fatto bene a scegliere i ministri in autonomia"

"Il nuovo premier non si perda nelle mediazioni. Mi auguro che tutte le forze politiche siano al governo per dare un contributo costruttivo"

"Per il governo sono soddisfatto. Usciamo dalla crisi come avevamo detto noi, con un governo di alto profilo che unisce il Paese. Il governo è stato costruito dal presidente Draghi che ha ritenuto di indicare ministri a lui graditi al di là delle indicazioni dei partiti con scelte equilibrate". Così Silvio Berlusconi, leader di Forza Italia, che il giorno dopo il giuramento del nuovo esecutivo si è anche detto "lieto" che "Draghi abbia seguito il mio consiglio".

In una intervista al Corriere della Sera, Berlusconi ripercorre le ultime settimane, commenta le prime mosse di Draghi e guarda al futuro: "Il 'dosaggio' fra tecnici e politici non è un gioco appassionante. Draghi ha ritenuto di indicare ministri a lui graditi al di là delle indicazioni dei partiti, facendo quello che io stesso gli avevo suggerito e facendo scelte equilibrate. Il mio giudizio critico sul governo Conte riguardava il suo profilo complessivo, non le singole figure. I ministri riconfermati, del resto, sono fra quelli più rappresentativi delle rispettive forze politiche".

 

Mara Carfagna, Mariastella Gelmini e Renato Brunetta sono i tre ministri di FI. Sono le persone giuste? "Sono sicuro della qualità dei ministri di Forza Italia, ognuno di loro è parte della nostra storia e ha l’esperienza, la competenza, la passione civile necessarie per svolgere un ottimo lavoro in questa fase. Sottolineo anche con orgoglio che FI esprime la maggiore presenza femminile nel governo. Due su tre dei nostri ministri sono donne. E da noi non esistono differenziazioni tra ali moderate e ali sovraniste. Sud, Regioni e Pubblica amministrazione sono temi cardine nella più grande scommessa del governo Draghi, l’utilizzo del Recovery fund".

 

"Nel centrodestra FI non è subordinata a nessuno, anzi ambisce a tornare a svolgere una funzione trainante, non solo politicamente ma anche sul piano dei numeri - ha aggiunto Berlusconi -. Abbiamo un ruolo ben distinto da quello dei nostri alleati, per cultura, stile politico, valori di riferimento. Siamo liberali, cattolici, europeisti, garantisti. Ci siamo opposti al governo Conte, pur mantenendo un atteggiamento responsabile. Dal primo giorno della crisi abbiamo chiesto una soluzione di unità nazionale come quella che si è realizzata dando vita al governo Draghi, al quale abbiamo assicurato dal principio pieno e convinto sostegno. Sfido a indicare qualcuno fra noi che non abbia condiviso o non si riconosca oggi in qualcuna di queste scelte".

 

Il rapporto con il M5s resta complicato: "Pulsioni infantili e immature, che non meritano attenzione. Non condivido nulla dei Cinque Stelle, ma la maggioranza di loro ha messo da parte questi atteggiamenti ed ha imboccato in questo momento la strada della responsabilità. Ovviamente, appena finita questa fase, le nostre strade si divideranno di nuovo". Il fatto che i leader, da Salvini a Zingaretti, siano fuori dall'esecutivo, agevola o indebolisce l’azione del governo? "L’ho detto dal principio: il ruolo dei leader in questo momento è del tutto diverso. Il governo ha bisogno di ministri impegnati a tempo pieno sui loro dossier e non nella guida delle rispettive forze politiche".

 

Infine, da Berlusconi arriva un altro consiglio a Draghi: "Non si perda nelle mediazioni. Mi auguro che tutte le forze politiche siano al governo non per porre ostacoli ma per dare un contributo costruttivo. È però necessario che il premier trovi la sintesi in ogni problema e mandi avanti l’azione di governo. Del resto Draghi ha dimostrato di saper gestire situazioni complesse, in Italia e in Europa. Per questo l’ho sempre sostenuto. Non fallirà neppure stavolta".

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