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Giustizia, ok definitivo della Camera alla riforma del processo civile

Nel pacchetto della riforma, tra le misure principali, le nuove regole sulla risoluzione alternativa delle controversie, sulla trattazione in via prioritaria delle cause di licenziamento e sull’istituzione del Tribunale della famiglia

E' arrivato il via libera definitivo della Camera alla riforma del processo civile.

Il testo della legge è stato approvato a Montecitorio con 364 voti a favore, 32 contrari e sette astenuti. A dare parere negativo sono stati i deputati di Fratelli d'Italia e di Alternativa.

Secondo gli impegni presi dall'Italia per il Pnrr, l'obiettivo è di ridurre del 40% i tempi dei processi. Ecco le principali novità del provvedimento.

 

Incentivi per riti alternativi - Tra i punti principali c'è il ricorso più frequente ai riti alternativi per la risoluzione delle controversie, che tende a favorire la conciliazione, la negoziazione assistita e l'arbitrato, anche attraverso l'aumento degli incentivi fiscali. Questi verrano apposti soprattutto sull’imposta di registro, sulle spese di avvio della procedura di mediazione, sulle indennità spettanti ai vari organismi e sulla procedura di riconoscimento del credito d’imposta.

 

 

Istituzione del Tribunale della famiglia - E' una delle novità più attese. Il nuovo Tribunale sarà competente su tutte le materie che riguardano separazione, divorzi, affidi e il diritto penale minorile. Ci sarà l'introduzione di un rito unificato, attualmente diviso tra le competenze del tribunale ordinario, del tribunale per i minorenni e del giudice tutelare. Tra le nuove misure l'introduzione di un risarcimento danni a carico di un genitore nei confronti dell'altro, per violazione di misure decise dal giudice, con una quota anche giornaliera. Ma soprattutto tempi stretti e predeterminati per i casi di violenza o abbandono dei minori. L'esito del procedimento potrà essere in via preferenziale l'affidamento a familiari considerati idonei oppure, ma solo in casi residui, l'inserimento in case famiglia.

 

I gradi di giudizio - Per favorire la semplicità e la ragionevole durata sono state apportate modifiche anche al processo di cognizione di primo grado, riducendo, tra i vari aspetti, i casi in cui il tribunale possa giudicare in composizione collegiale. In merito al giudizio di secondo grado, la riforma punta al superamento dell'attuale disciplina del cosiddetto filtro in appello, prevedendo la possibilità di dichiarare manifestamente infondata l'impugnazione che non ha possibilità di essere accolta. Per quanto riguarda il giudizio innanzi alla Corte di Cassazione, c'è la riforma del "filtro", con la previsione di un procedimento accelerato per la definizione dei ricorsi inammissibili, improcedibili o manifestamente infondati. 

 

 

Priorità dei licenziamenti - In primo piano anche le cause di licenziamento, in cui è proposta domanda di reintegrazione del lavoratore nel posto di lavoro. Le azioni di nullità dei licenziamenti discriminatori per motivi di genere potranno essere introdotte con i rispettivi riti speciali disciplinati dal Codice delle pari opportunità tra uomo e donna. Il Governo dovrà poi provvedere a unificare e coordinare la disciplina dei procedimenti di impugnazione dei licenziamenti anche quando devono essere risolte questioni relative alla qualificazione del rapporto di lavoro.

 

L'esecuzione forzata - Previste anche misure urgenti di razionalizzazione dei procedimenti in materia di esecuzione forzata. In particolare, si interviene sul foro competente per l'espropriazione forzata di crediti, quando debitore sia una pubblica amministrazione e sulla procedura di pignoramento nell'espropriazione presso terzi.

 

 

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