Giustizia, la riforma prevede per gli assolti il diritto di oblio sui motori di ricerca
La Commissione Giustizia della Camera ha approvato l'emendamento presentato da Enrico Costa. Il diritto all'oblio è stato introdotto nel 2016 dalla normativa europea sulla Privacy
Per gli indagati o gli imputati che risultano assolti è in arrivo il "diritto all'oblio" sui motori di ricerca online, attraverso la deindicizzazione delle notizie relative ai procedimenti penali a loro carico. Lo prevede un emendamento alla riforma del processo penale presentato da Enrico Costa (Azione) e approvato dalla Commissione Giustizia della Camera.
L'emendamento Costa stabilisce cheà nei decreti delegati di attuazione da parte del governo della riforma del processo penale, si dovrà "prevedere che il decreto di archiviazione, la sentenza di non luogo a procedere o di assoluzione costituiscano titolo per l'emissione del provvedimento di deindicizzazione". Quest'ultimo, nel rispetto della normativa europea in materia di dati personali, dovrà "garantire in modo effettivo il diritto all'oblio degli indagati o imputati".
Il diritto all'oblio è stato introdotto nel 2016 dalla normativa europea sulla tutela della Privacy, all'articolo 17 del Gdpr. Tuttavia, ha ricordato Costa, a un personaggio politico assolto che di recente aveva chiesto al Garante della privacy la deindicizzazione delle notizie relative al processo a suo carico, era stato risposto che era prevalente l'interesse generale alla conoscenza delle notizie sul suo procedimento. Con la nuova norma, la sentenza di assoluzione o non luogo a procedere o il decreto di archiviazione, costituiranno titolo che obbligheranno i motori di ricerca a deindicizzare tali notizie.
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