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Giustizia, Bonafede: "Voglio un muro invalicabile tra politica e pm"

Il Guardasigilli accelera la riforma che possa allontanare ogni opacità dopo il caso delle nomine "sporche" nelle procure che vede al centro di unʼinchiesta magistrati, imprenditori e parlamentari

Giustizia, Bonafede:
lapresse

Dopo l'inchiesta sulle nomine "sporche" nelle procure che vede come protagonisti pm come Palamara, parlamentari come Luca Lotti e Cosimo Ferri e uomini che fanno da cerniera con il mondo imprenditoriale come Piero Amara, il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede mette l'acceleratore a una riforma che possa allontanare ogni opacità.

"Serve un muro invalicabile tra toghe e politica - ha affermato -. Non consentirò a nessuno di macchiare la Giustizia".

"Sarebbe bello - ha osservato in un'intervistata a Porta a Porta - che ogni forza politica si impegnasse a non candidare magistrati: non è possibile che un magistrato che va a fare politica possa tornare a fare il magistrato. Il Movimento 5 Stelle non perderebbe un attimo". "I nostri magistrati sono gli eredi di Falcone e Borsellino e non permetterò a nessuno di macchiare la Giustizia in maniera indelebile - ha ribadito il Guardasigilli -. C'è un terremoto in corso, ma le istituzioni compatte sapranno reagire. Bisogna sia intervenire sulle persone coinvolte sia inserire in maniera blindata la meritocrazia".

Sorteggio è un'opzione ma non la panacea - L'ipotesi del sorteggio parziale per le elezioni del Consiglio superiore della magistratura, "è un'opzione che stiamo valutando, ma non la panacea di tutti i mali", ha spiegato il ministro sulle possibili soluzioni per prevenire ed evitare episodi come quelli emersi. "Si possono creare collegi più piccoli, in modo che un bravo magistrato all'interno di un collegio più piccolo abbia la possibilità di essere eletto", ha aggiunto Bonafede, precisando che "il Parlamento avrà centralità" nella legge.

Stop a incarichi direttivi per ex Csm - Il ministro pentastellato intende inserire nel pacchetto della riforma sulla Giustizia "uno stop di cinque anni ai concorsi per incarichi direttivi per i togati del Csm che tornano in ruolo dopo la scadenza del mandato". "Secondo il progetto che ho in mente io e che condividerò con il Parlamento, quando uno è stato al Csm non dovrà poter accedere agli incarichi direttivi per cinque anni", ha evidenziato.

Intercettazioni, al Paese serve verità non bavagli - "Il Paese ha bisogno di più verità e non di bavagli", ha continuato Bonafede sulle intercettazioni. "La privacy è un diritto sacrosanto", e la riforma a cui penso, ha aggiunto, "vuole blindare le intercettazioni" per "evitare fughe di notizie". "Nessuno aveva mai lavorato sulle intercettazioni se non per indebolirle: quello che sto facendo io - ha spiegato il Guardasigilli - è lavorare per rispettare la privacy dei cittadini, perché non ci siano fughe di notizie, e perché magari ci sia un ufficio stampa nei distretti di Corte d'appello. Metteremo in atto un sistema che funzionerà perché servirà veramente a rispettare la privacy".

Venerdì incontro con giornalisti e avvocati per legge sulle intercettazioni - Alla vigilia del vertice sulla Giustizia convocato per mercoledì a Palazzo Chigi dal premier Giuseppe Conte, il Guardasigilli Alfonso Bonafede dà un colpo di acceleratore anche alla riforma delle intercettazioni organizzando per venerdì una riunione del tavolo tecnico allargata ai rappresentanti di giornalisti e avvocati contro il "bavaglio". I tecnici di via Arenula stanno già lavorando alla riforma dopo il rinvio dell'entrata in vigore di quella concepita dal precedente ministro, Andrea Orlando, che metteva uno stop alle intercettazioni.