
Nel periodo passato all'interno del campo di concentramento di' Auschwitz "mi ero nutrita di odio e di vendetta": Lo ha raccontato Liliana Segre agli studenti al teatro Arcimboldi di Milano durante l'incontro per la Giornata della Memoria. "Sognavo la vendetta", ha aggiunto ricordando di quando aveva avuto l'occasione di raccogliere la pistola di uno dei suoi carcerieri.
"La vidi e pensai: 'ora lo uccido'. Mi sembrava il giusto finale di quello che avevo sofferto - ha detto la senatrice a vita - ma poi capii che non ero come quegli assassini, non avrei mai potuto uccidere nessuno. E mentre la tentazione era fortissima la più grande che ho avuto nella mia vita, non raccolsi quella pistola". "E da quel momento - ha spiegato - sono diventata quella donna libera e di pace che sono anche adesso".
La Segre ha poi parlato del bullismo. "I bulli bisogna compiangerli, è più forte la vittima del bullo stesso. E' il bullo che va curato, non la vittima e la vittima deve
essere più coraggiosa e denunciare" mentre chi sta intorno "non deve essere indifferente e stare con il bullo che sembra più forte", ha concluso la Segre ricordando che "i nazisti ad Auschwitz erano i bulli di allora".
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