Viene introdotta una differenziazione legata al volume d'affari della società con un "doppio binario": da 2 a 6 anni di carcere al di sopra di un certo volume d'affari e da 1 a 3 anni al di sotto
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Cadono le "soglie" di non punibilità sul falso in bilancio. Viene introdotta una differenziazione legata al volume d'affari della società con un doppio binario di punibilità: da 2 a 6 anni al di sopra di un certo volume d'affari e da 1 a 3 anni al di sotto. Sarebbero questi i contenuti essenziali dell'emendamento del governo, in dirittura d'arrivo.
L'emendamento del governo, ormai alle limature finali, arriverà in commissione Giustizia del Senato, nel ddl anticorruzione. Quest'ultimo provvedimento, presentato originariamente da Pietro Grasso, è in cantiere da ben due anni. Lì dentro ci sono anche le misure per reintrodurre il falso in bilancio. Ma su questa materia anche il governo aveva predisposto, nei mesi scorsi, un proprio testo, già presentato in commissione.
I contenuti, però, hanno attirato non poche critiche, da M5S ma non solo. Perché quel testo prevedeva un tetto per le società non quotate, per cui se la falsità o l'omissione non determinava una variazione del risultato economico oltre il 5% o una variazione del patrimonio netto non oltre l'1%, non scattava la pena detentiva.
Un ripensamento all'interno della maggioranza è stato necessario. L'idea delle soglie, tra l'altro, piaceva poco anche a Ncd. E anche tra le file del Pd lasciava dei dubbi. La soluzione prevede che le soglie siano eliminate: il reato è sempre punibile. L'asticella è data dal volume d'affari della società: al di sopra di un determinato volume, la pena è più alta e va dai 2 ai 6 anni, al di sotto da 1 a 3 anni. L'entità della somma è stata oggetto di molte riflessioni, ma la cifra di riferimento dovrebbe essere quella dei 600mila euro.
Un range di pene da 1 a 3 anni per i casi che tocchino le società più piccole, fa presupporre anche la possibilità di applicare la cosiddetta tenuità del fatto: se vi sono le condizioni di non serialità e non eccessiva gravità della condotta, il giudice può archiviare. Il falso in bilancio, inoltre, sarà sempre perseguibile d'ufficio, mentre una prima impostazione prevedeva che per le non quotate si procedesse a querela. Martedì la commissione dovrebbe dare il parere sugli emendamenti. "Giungeremo ad un testo equilibrato", sintetizza il vice ministro Enrico Costa.