Passo in avanti per la proposta di legge per il rientro dei capitali che consentirà, pagando tasse e interessi ma con una agevolazione sul fronte delle sanzioni (sia tributarie che penali), di far emergere i capitali nascosti sia all'estero sia in Italia
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Si comincia a stringere il cerchio per stanare gli evasori che nascondono capitali. E' arrivato infatti dalla commissione Finanze della Camera il primo via libera alla proposta di legge per il rientro dei capitali, che consentirà, pagando tasse e interessi ma con una agevolazione sul fronte delle sanzioni, di far emergere i capitali nascosti all'estero e in Italia. Per chi invece si ostinasse a nascondersi, arriva il reato di autoriciclaggio.
Sul reato di autoriciclaggio si era aperta una discussione tra governo e maggioranza in commissione perché il tema è contenuto già nel pacchetto anticorruzione all'esame del Senato e un intervento è stato annunciato anche con la riforma della giustizia. Il governo alla fine si è rimesso alla commissione, perché, ha spiegato il sottosegretario all'Economia Enrico Zanetti che ha seguito i lavori, "capiamo la ragione che hanno portato a inserire qui questa norma".
Carcere fino 12 anni - Il testo approvato dalla commissione prevede infatti il carcere da 4 a 12 anni e multe da 5mila a 50mila euro per "chiunque sostituisce o trasferisce denaro, beni o altre utilità provenienti da delitto non colposo, ovvero compie altre operazioni in modo da ostacolare l'identificazione della loro provenienza delittuosa". Pene e multe ridotte (da 2 a otto anni e da 2mila a 25mila euro) se si tratta di delitto con pena fino a sei anni, o tagliate di un terzo se si aiuta ad assicurare le prove o a evitare che il reato abbia altre conseguente, aumentate invece se il fatto è commesso nell'esercizio di una professione ovvero di attività bancaria o finanziaria. Il 'paracadute' per chi aderisce alla collaborazione volontaria, ha precisato Zanetti, è limitato nel tempo (dall'entrata in vigore della legge fino alla data di presentazione della richiesta di collaborazione volontaria) e circoscritto alle somme provenienti da reati fiscali, quindi "una copertura minima".
Niente condono - Nessuna sanatoria o condono, insomma, come hanno ripetuto più volte nelle ultime settimane governo e maggioranza: si punta invece ad avere uno strumento in più di 'moral suasion' sia per convincere gli evasori a rimettersi in regola (non e' stata fatta una previsione di quante risorse si potrebbero recuperare, con l'ultimo scudo Tremonti erano arrivati all'erario 5 miliardi di euro) ma anche per stringere i tempi per l'accordo con la Svizzera, magari già entro il 2014.
Testo alla Camera nelle prossime settimane - Il testo, che tra le modifiche apportate in commissione fissa al 27% (rispetto al 20% del testo originario) l'aliquota dell'imposta da versare applicata quando la media dei capitali emersi non superi i 2 milioni di euro per ciascun periodo di imposta, dovrebbe arrivare in Aula alla Camera entro luglio, per poi passare in seconda lettura al Senato.