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Elezioni, Renzi: "La partita è aperta, il centrodestra non è in vantaggio"

Lʼex premier: "Decisivi i due mesi finali, puntiamo a superare il 25%"

Elezioni, Renzi:
agenzia

"La partita per le elezioni politiche è aperta.

Non credo che il centrodestra sia chiaramente in vantaggio. Lo è nei sondaggi, ma il maggioritario vale solo per un terzo, è in minoranza". Lo ha dichiarato il segretario del Pd, Matteo Renzi, aggiungendo: "I due mesi finali sono decisivi per ribaltare i pronostici. Chissà che non ci saranno belle sorprese per il Partito democratico che, comunque, punta ad andare oltre il 25%".

"Il risultato del voto - ha spiegato Renzi - dipenderà se il premier sarà del Pd. In tal caso sarà una vittoria non solo nostra ma degli italiani. Abbiamo la squadra migliore, Gentiloni ha governato bene, così tutti i nostri ministri". Su Pier Carlo Padoan conferma che sarà candidato in diverse circoscrizioni, così come gli altri ministri e soprattutto il sottosegretario Maria Elena Boschi. Parole più sfumate, invece, sulla controversa proposta di abolizione del canone Rai, definita una ipotesi come tante altre che un gruppo di lavoro "sta valutando".

La stoccata al Centrodestra - Renzi non perde l'occasione di lanciare una stoccata al centrodestra, dopo il vertice di domenica ad Arcore. "Quello che è capitato negli ultimi giorni è un remake di qualcosa che abbiamo visto a lungo. Mai detto che Berlusconi è un pericolo per la democrazia, io lo rispetto e non lo demonizzo. Ma - aggiunge severo - il Cavaliere è uno straordinario pericolo per l'economia italiana. L'ultima volta che hanno governato assieme hanno portato il Paese al limite del baratro: credo che gli imprenditori se lo ricordino". Renzi ricorda che Berlusconi è stato a Palazzo Chigi "più di Moro, Andreotti e De Gasperi", ma anche che ha combinato "molto meno di loro".

Le critiche ai grillini - Sui Cinquestelle, l'ex premier parla di contraddizione continua, dal tema dei rifiuti della Capitale a quello della giustizia. Renzi ribadisce che l'Emilia era disposta a collaborare con la giunta di Roma per lo smaltimento, ma poi Raggi "ha detto di no". Stessa storia sul tema ancora più delicato della giustizia: "Una volta urlavano 'onestà, onestà'. E ora la sindaca di Roma è a processo. Devono imparare a rispettare la Costituzione e la presunzione d'innocenza sempre, non a giorni alterni".