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Dossieraggio su politici e vip, l'inchiesta si allarga e finisce al Copasir | Salvini: "C'è Stato che collabora e pezzo di Stato che origlia"

L'Antimafia ascolterà Melillo e Cantone il 6 e 7 marzo. La Lega alza il tiro ed è pronta "a denunciare e a chiedere risarcimento danni a tutti i livelli"

Dai vip ai politici spiati, rischia di allargarsi la lista dei nomi di personalità sbirciate attraverso il database delle segnalazioni di operazioni sospette, una vicenda sulla quale la procura di Perugia è solo all'inizio delle proprie indagini.

Una quindicina gli iscritti nel registro degli indagati, compresi il tenente della guardia di finanza Pasquale Striano, presunto autore di centinaia di accessi abusivi, e Antonio Laudati, già sostituto alla procura nazionale antimafia. La Lega, intanto, chiede le audizioni dei vertici presenti e passati di guardia di finanza e Antimafia.

Dossieraggio su politici e vip, l'inchiesta si allarga e finisce al Copasir | Salvini: "C'è Stato che collabora e pezzo di Stato che origlia" - foto 1
Tgcom24

 

I nomi finiti sotto osservazione

 Si allarga ad altri nomi, quasi tutti esponenti di governo, l'inchiesta della procura di Perugia sollevata dalla denuncia del ministro della Difesa Crosetto su un'anomala attività di spionaggio a suo danno. E, si scopre ora, estesa ad altri esponenti politici di primo piano, soprattutto di centrodestra. Spiccano i nomi del sottosegretario alla presidenza del consiglio Fazzolari, dei ministri delle Imprese e dell'Agricoltura, rispettivamente Urso e Lollobrigida - tutti e tre di Fratelli d'Italia -, della ministra del Lavoro Calderone e del sottosegretario leghista Durigon. Sotto osservazione pure il vicepresidente della Camera Rampelli.

 

Nei giorni scorsi poi, tra gli spiati sono emersi altri nomi eccellenti: da quello del presidente del Senato La Russa all'ex premier Renzi fino a personaggi notissimi dello sport (vedi Cristiano Ronaldo, Francesco Totti e Massimo Allegri). Tra le personalità che sarebbero state messe sotto osservazione illecita dal finanziere Pasquale Striano e dal pm Antonio Laudati, entrambi all'epoca in servizio alla Procura nazionale antimafia, ci sono anche esponenti dello spettacolo come Fedez, dell'economia come Bonomi, Moratti, Centofanti, oltre al presidente dell'Osservatorio Giovani-Editori Ceccherini. QUI TUTTI I NOMI

 

 

Cantone e Melillo saranno sentiti dall'Antimafia

Ora il caso finisce sul banco delle commissioni parlamentari di inchiesta e del Consiglio superiore della magistratura. Gli stessi procuratori di Perugia Raffaele Cantone e dell'Antimafia Giovanni Melillo hanno chiesto di essere sentiti dal Comitato di presidenza del Csm, dal presidente della Commissione antimafia e da quello del Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica. E l'Antimafia ha calendarizzato l'audizione di Melillo per il 6 marzo e quella di Cantone per il 7 marzo.

 

I due indagati chiave

 Richieste non casuali. Il primo è il capo dell'ufficio titolare dell'inchiesta mentre il secondo è l'attuale numero uno della Direzione nazionale antimafia, per la quale avevano prestato servizio i due indagati chiave: Pasquale Striano, il finanziere al quale vengono contestati centinai di accessi abusivi alla banca dati delle Segnalazioni di operazioni sospette, e Antonio Laudati, ex sostituto procuratore dell'antimafia, il quale guidava la struttura che riceveva le cosiddette "Sos" (segnalazioni operazioni sospette).

 

Le valutazioni dell'Antimafia

 All'epoca dei fatti il procuratore capo della Dna era Federico Cafiero de Raho, oggi deputato del Movimento 5 Stelle, il quale nei mesi scorsi aveva già negato categoricamente l'esistenza di una centrale di dossieraggio interna alla Direzione nazionale antimafia. In queste ore Melillo e Cantone considerano però "doveroso" chiedere di valutare "con l'urgenza del caso" la loro audizione, che considerano appunto "necessaria alle valutazioni riservate" di Csm, Copasir e Antimafia. Quest'ultima si sta già attivando in merito e durante l'ufficio di presidenza, presieduto da Chiara Colosimo, valuterà la richiesta dei due magistrati.

 

La Lega alza il tiro: "Chiederemo i danni a tutti"

 La Lega, secondo cui sarebbero stati setacciati i dati soprattutto di cittadini di centrodestra e in particolare politici e persone vicine al Carroccio, chiede invece al Copasir di approfondire la questione "in dettaglio fino alla completa chiarezza sui fatti, a partire dalle audizioni dei vertici presenti e passati della guardia di finanza e dell'Antimafia. Siamo di fronte a un attacco alla Repubblica e alla democrazia". Il partito fa poi sapere che "è pronto a denunciare e a chiedere risarcimento danni a tutti i livelli, nessuno escluso. Nessuno pensi di insabbiare il prima possibile lo scandalo-spioni, che ogni giorno si arricchisce di notizie inquietanti tra pezzi di guardia di finanza, magistratura e media di sinistra. Chi sono i mandanti? A chi ha giovato questo spionaggio illegale di stampo sovietico?".

 

Salvini: "Scandalo incredibile"

 Il vicepremier e ministro delle Infrastrutture e Trasporti, Matteo Salvini, dice: "Sarebbe gravissimo, se fosse vero" quanto sta emergendo dall'inchiesta di Perugia, "che centinaia di italiani, non solo politici ma imprenditori, artisti giornalisti erano spiati abusivamente nella loro vita privata, nei loro conti correnti, da pezzi di guardia di finanza, da pezzi di magistratura e da pezzi di giornalismo guarda caso quasi tutto a sinistra e il partito più spiato dal buco della serratura sarebbe stato la Lega. Una vergogna degna dell'Urss, lo scandalo più incredibile degli ultimi decenni".

 

"C'è Stato che collabora e pezzo di Stato che origlia"

 Più tardi, Salvini aggiunge: "Il via ai lavori del tunnel subportuale di Genova è l'esempio dello Stato che collabora e funziona, in un'ora in cui escono vergognose ricostruzioni secondo cui ci sarebbero pezzi di Stato invece che lavorano contro altri pezzi di Stato, ascoltando, origliando, spiando, dossierando. Anche qualcuno che è seduto qua, una vergogna di stampo sovietico."

 

Urso: "Fatto grave, fare chiarezza assoluta"

 L'inchiesta sul dossieraggio è un "fatto particolarmente grave, su cui c'è bisogno di fare chiarezza assoluta". Lo ha detto il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, aggiungendo che l'intromissione nelle sue mail e conti privati era già avvenuta dalla scorsa legislatura.
 

 

Tra i nomi spiati anche Giovanni Toti

 Per il capogruppo di Forza Italia al Senato, Maurizio Gasparri, il quale invoca anche una pronuncia del Consiglio superiore della magistratura sui fatti e chiede un'immediata ispezione alla Procura nazionale antimafia, si tratta di uno scandalo degno di una bicamerale. E il presidente della Liguria Giovanni Toti, che figurerebbe tra i nomi spiati, commenta: "Non è certo piacevole sapere che qualcuno sbircia nella tua vita, anche se non hai nulla da nascondere". Toti aggiunge che "l'attività di dossieraggio, lo spiare dal buco della serratura cariche istituzionali, politici, o comunque personalità in vista credo sia il frutto malato di una mentalità che si è ormai diffusa in questo Paese, cioè che ci sia sempre qualcosa di marcio, qualcosa di nascosto, qualcosa di torbido. E' la conseguenza malata di un odio sociale diffuso".

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