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Consip, oggi in Senato la mozione di sfiducia ministro Luca Lotti

Il clima si presenta incandescente e i toni infiammati, ma non ci dovrebbe essere nessuna sorpresa sui numeri

Attesa al Senato per il voto sulla mozione di sfiducia a Luca Lotti per il caso Consip.

I fuoriusciti del Pd (Mdp) presentano una mozione in cui si chiede di ritirare le deleghe al ministro fin quando non sarà chiarita la vicenda. Bersani chiede "un passo di lato", ma Speranza chiarisce: "Non parteciperemo al voto sulla mozione M5s". Nel Pd Mirabelli parla di "mina contro il governo", mentre Emiliano spinge per le dimissioni.

Alla base della mozione di sfiducia c'è l'indagine partita da Napoli, e arrivata per competenza a Roma, sulle presunte irregolarità in alcuni appalti della Consip, la centrale acquisti della Pubblica amministrazione. Il ministro è indagato per rivelazione di segreto d'ufficio a seguito delle dichiarazioni ai pm dell'amministratore delegato di Consip, Luigi Marroni, che avrebbe raccontato di esser stato avvertito dell'indagine penale della procura, tanto da disporre anche una bonifica degli uffici.

Nuova fuga di notizie - Secondo il quotidiano La Verità, per Lotti ci potrebbero essere altri guai in vista. Il giornale diretto da Maurizio Belpietro ipotizza infatti, presentando alcuni documenti, una seconda vicenda in cui Lotti si sarebbe reso responsabile di rivelazione di segreti d'ufficio. Nello specifico avrebbe avvisato il sindaco di Firenze, Dario Nardella, di non avere contatti con Simone Tani, dipendente del comune toscano, membro della commissione che nel 2012 aveva aggiudicato una gara d'appalto per l'ippodromo Le Mulina, entrata nel mirino della Procura.

Clima incandescente, pesa scontro Pd-Mdp - Il clima al Senato si presenta quindi incandescente e i toni infiammati, ma non ci dovrebbe essere nessuna sorpresa sui numeri. Se i Cinque Stelle vanno all'attacco, accusando Matteo Renzi di una "doppia morale" per salvare il suo braccio destro, il Pd ribalta l'accusa: il M5s è "garantista a giorni alterni". Ma il fronte più caldo è quello che vede contrapposti i Dem agli ex compagni di partito di Mdp. Non solo, infatti, hanno presentato una mozione per chiedere la sospensione del ministro, ma nel giorno in cui è stata fissata la data del referendum sui voucher, danno "ultimatum" al governo. Ma così, avverte il Pd, rischiano di farlo cadere.

Lotti: "Ho fiducia nella giustizia, avanti a testa alta" - "Ho fiducia nel sistema giudiziario e sono certo della verità, vorrei che l'accertamento fosse più rapido, ma ho imparato ad avere pazienza". Così il ministro allo Sport, Luca Lotti, prima del voto sulla mozione di sfiducia per il caso Consip in Senato. "Accetto le strumentalizzazioni a testa alta: a chi sputa sentenze dico 'vi aspettiamo in tribunale'", ha aggiunto il ministro. "Usano me per colpire quello che rappresento", ha poi affermato.

I numeri - A Palazzo Madama, secondo i calcoli dei Dem, i "no" alla sfiducia dovrebbero essere tra i 148 e i 150, contro gli 86 sì dei Cinque Stelle. I voti contro la sfiducia potrebbero salire se i verdiniani di Ala decidessero di restare in Aula, ma tra i Dem c'è chi auspica che lascino l'emiciclo, per non dare l'impressione che il ministro venga aiutato da Verdini. Usciranno invece dall'Aula Forza Italia e i 14 bersaniani di Mdp.

Lo scontro Pd-Mdp - Ma è contro gli ex Dem (Bersani vede Giuliano Pisapia in giornata per provare a costruire un percorso comune), che i dirigenti Pd sono molto irritati. Anche se non voteranno la sfiducia a Lotti, hanno presentato una mozione per sospenderne le deleghe: "Un atteggiamento molto singolare da parte di una forza di maggioranza", afferma Lorenzo Guerini.