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Consiglio d'Europa: limiti a partecipazione magistrati in politica

Il Gruppo di Stati contro la corruzione chiede allʼItalia di "adottare chiare e applicabili regole sul conflitto dʼinteressi per i parlamentari": quelle esistenti, infatti, sono difficili da applicare

L'Italia deve introdurre leggi che pongano limiti più stringenti per la partecipazione dei magistrati alla politica, e mettere fine alla possibilità per i giudici di mantenere il loro incarico se vengono eletti o nominati per posizioni negli enti locali.

E' una delle dodici raccomandazioni contenute nel rapporto di Greco, organo anti corruzione del Consiglio d'Europa, approvato il 21 ottobre scorso.

Regole più semplici e applicabili - In particolare, secondo il rapporto del Gruppo di Stati contro la corruzione del Consiglio d`Europa (Greco), l'Italia deve "adottare chiare e applicabili regole sul conflitto d'interessi per i parlamentari". Inoltre il processo di verifica di ineleggibilità o incompatibilità deve essere "ulteriormente semplificato e quindi applicato in modo più efficace e tempestivo". Il gruppo ha esaminato le misure contro la corruzione dei parlamentari, giudici e pubblici ministeri nel nostro Paese. 

Le regole attuali  sono difficili da applicare - Secondo gli esperti, infatti, le regole esistenti "sono difficili da applicare": un aspetto grave che va "a scapito della complessiva trasparenza e efficienza del sistema". Il raporto sottolinea anche "l'alto numero di leggi e disposizioni, i relativi emendamenti e una generale mancanza di consolidamento e razionalizzazione delle norme, conduce a un quadro confuso del conflitto d'interessi". Il tutot crea ovvie problematiche per l'applicazione delle regole esistenti e persino difficoltà per l aloro semplice comprensione.