Leader M5S: Napolitano sciolga Camere
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"C'è libertà di parola". E' la secca replica del presidente Giorgio Napolitano, in visita a Berna, alle dichiarazioni di Beppe Grillo sulla necessità di ritornare al voto. Il leader del M5S, infatti, in caso di vittoria del suo movimento vorrebbe chiedere a Napolitano di sciogliere le Camere e di indire nuove elezioni politiche.
Un appello al voto per un'Europa che ha portato ''straordinari progressi, pace e liberta'''. Un invito a non restare a casa, fronteggiando con le urne il vento dei "populismi". Battere l'astensionismo per poi fare subito le ''riforme'', in Europa - dove serve un'Italia "piu' assertiva" - ma soprattutto in Italia dove molte di queste riforme sono cosi' ''mature'' che quasi cascano dall'albero. A cinque giorni dal voto il presidente della Repubblica - durante una visita di Stato in Svizzera - si tira fuori dalla mischia sguaiata che impazza in Italia confermando che ''non dira' una parola sul merito delle scelte che toccano ai partiti''. Per questo liquida l'assedio dei giornalisti sulle richieste di Grillo - dalle nuove elezioni con il Porcellum alle sue dimissioni - con poche secche parole: ''c'e' liberta' di parola''.
Parole, appunto. Il Quirinale certamente analizzera' con certosina attenzione le dinamiche politiche del voto di domenica ma sempre con la Costituzione aperta sulla scrivania. Non e' la prima elezione che passa sotto la lente del Colle ed e' ben chiara la differenza che corre da una consultazione europea ed una politica. ''Sapete come la penso'', si limita a dire il presidente a quanti gli chiedono se questo voto europeo potra' avere conseguenze sull'esecutivo in caso di grande successo di M5s. Calma e gesso, quindi. Soprattutto mai perdere "la fiducia nel nostro Paese e negli italiani", esorta Napolitano incontrando a Berna alcuni rappresentanti della comunita' italiana in Svizzera.
"L'Italia attraversa una fase complessa e cruciale e sta definendo una serie di riforme strutturali" che sono "da tempo mature": e queste devono essere "le basi di un futuro piu' degno della nostra storia", aggiunge pensando al dopo-voto. E gia', perche' in Italia le riforme sono congelate ma non possono essere archiviate. Da quelle costituzionali ai provvedimenti economici. E si sa che il faro del presidente e' la governabilita' del Paese e non certamente il facile ricorso alle urne.
"Da quando c'e' la crisi la nostra economia ha subito gravi colpi, ma gia' prima - ricorda il capo dello Stato - sapevamo quali erano i problemi che andavano affrontati. Oggi siamo in una situazione ancora difficile ma alcuni segni di ripresa della fiducia ci sono. Per questo apprezziamo gli sforzi di quanti di noi non attendono gli annunci per ripartire''. Una ripresa lenta, faticosa ma che sarebbe suicida rallentare ancora con fibrillazioni perenni o, peggio ancora, con nuove elezioni che i mercati non capirebbero. Anche perche', si ragiona, se si dovesse intervenire sugli esecutivi - o peggio, sui Parlamenti con nuove elezioni politiche - dopo una consultazione europea probabilmente andrebbe in crisi mezza Europa vista la natura delle europee. Napolitano ha quindi voluto tranquillizzare anche i suoi interlocutori svizzeri che guardano tra il sorpreso e il preoccupato la violenza della campagna elettorale italiana: "vorrei assicurarvi - ha detto al presidente della confederazione elvetica Didier Bulkhalter - che l'asprezza del confronto politico, e in questo momento dello scontro elettorale, non ci fara' deviare dalla concentrazione delle nostre energie sul progetto dell'unita' europea nel senso piu' ampio e comprensivo dell'espressione".