FOTO24 VIDEO24 Logo Mediaset ComingSoon.it Donne logo mastergame Grazia Meteo.it People sportmediaset_negative sportmediaset_positive TGCOM24 meteo.it
Podcast DirettaCanale 51
Temi del momento

Chi è Paola Del Din, la partigiana "Renata" festeggiata da Giorgia Meloni

Fu la prima donna paracadutista d'Italia, si lanciò dietro le linee nemiche per portare gli ordini della Resistenza

Chi è Paola Del Din, la partigiana "Renata" festeggiata da Giorgia Meloni - foto 1
Ansa

Paola Del Din è nata a Pieve di Cadore il 22 agosto 1923 ed è una patriota italiana.

Durante la Resistenza era conosciuta con il nome di battaglia di "Renata". E' stata citata da Giorgia Meloni nella lettera in cui parla della Liberazione nel suo primo anno alla presidenza del Consiglio e alla cui figura ha voluto dedicare il suo 25 aprile perché "è la mamma e nonna di tutti gli italiani che antepongono l'amore per la propria Patria a ogni contrapposizione ideologica".

 

La prima donna paracadutista

 Paola Del Din è stata la prima donna paracadutista militare italiana e l'unica ad aver compiuto un lancio di guerra durante la Seconda Guerra Mondiale. Subito dopo l'armistizio, con il fratello Renato, ex allievo della Scuola Militare di Milano (poi diventata Teulié), entrò a far parte della resistenza in Friuli-Venezia Giulia nelle file della Brigata Osoppo con il nome di battaglia "Renata". Affrontò numerosi e rischiosi incarichi come staffetta e informatrice. Dopo l'uccisione del fratello da parte dei tedeschi, Paola Del Din ricevette l'incarico dalla Brigata Osoppo di raggiungere gli alleati a Firenze per consegnare un messaggio. 

 

 

La missione eroica dietro le linee nemiche

 Per onorare la memoria del fratello e continuare la sua opera patriottica, Paola Del Din frequentò un corso per paracadutisti e il 9 aprile 1945 si lanciò in una zona del Friuli dove doveva prendere contatto con una missione alleata e con la formazione Osoppo. Nonostante una frattura alla caviglia durante l'atterraggio, Paola Del Din riuscì a portare a termine il suo compito, attraversando le linee di combattimento e consegnando i documenti segreti che trasportava. Grazie alla sua forza e alla sua determinazione, Paola Del Din si è guadagnata un posto nella storia come la prima donna paracadutista militare italiana e l'unica ad aver compiuto un lancio di guerra durante la Seconda Guerra Mondiale.

 

Una vita da insegnante

 Dopo la Liberazione, si è laureata in lettere all'Università di Padova, ed ha insegnato per alcuni anni. In seguito, ha vinto una borsa di studio e si è trasferita negli Stati Uniti, conseguendo un "Master of Arts" all'Università della Pennsylvania. Tornata in Italia, ha insegnato nella scuola pubblica. Nel 2007 è stata riconfermata alla presidenza nazionale della Federazione Italiana Volontari della Libertà, e ha anche ricoperto il ruolo di presidente regionale dell'Associazione Nazionale Famiglie Caduti e Dispersi in Guerra. 

 

Le contestazioni durante il 25 aprile

 Durante le celebrazioni del 25 aprile 2005 a Udine, Paola Del Din ha espresso la sua opinione sull'organizzazione Gladio, affermando di non averne mai fatto parte, senza tuttavia esprimere un giudizio negativo. La sua affermazione è stata contestata da un gruppo di militanti di Rifondazione Comunista e altre formazioni politiche. Il segretario regionale dell'ANPI ha condannato ciò che è successo, mentre i capigruppo di minoranza del Consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia hanno presentato una mozione di solidarietà verso Paola Del Din. Nonostante ciò, la mozione fu respinta con 17 voti favorevoli e 26 contrari. 

 

Nel 2010 Paola Del Din assieme a Carlo Giovanardi ha protestato contro il ministero dei Beni Culturali per la sua attività attorno alla Malga di Porzûs. La protesta della Del Din verteva attorno alle motivazioni riportate nel decreto ministeriale che avrebbe dovuto rendere le Malghe "bene d'interesse culturale", poiché secondo l'ex partigiana, la ricostruzione dell'eccidio - copiata dalla voce di Wikipedia corrispondente - era «una porcheria». Il decreto fu quindi ritirato dal ministro Sandro Bondi e poi riproposto con una motivazione storicamente attendibile nel novembre dello stesso anno.

Commenti
Commenta
Disclaimer
Grazie per il tuo commento

Sarà pubblicato al più presto sul nostro sito, dopo essere stato visionato dalla redazione

Grazie per il tuo commento

Il commento verrà postato sulla tua timeline Facebook

Regole per i commenti

I commenti in questa pagina vengono controllati
Ti invitiamo ad utilizzare un linguaggio rispettoso e non offensivo, anche per le critiche più aspre

In particolare, durante l'azione di monitoraggio, ci riserviamo il diritto di rimuovere i commenti che:
- Non siano pertinenti ai temi trattati nel sito web e nel programma TV
- Abbiano contenuti volgari, osceni o violenti
- Siano intimidatori o diffamanti verso persone, altri utenti, istituzioni e religioni
- Più in generale violino i diritti di terzi
- Promuovano attività illegali
- Promuovano prodotti o servizi commerciali