alla fine di un comizio

"Boia chi molla è solo un motto", polemiche sul sindaco di Rieti | Comunità ebraica: "Appartiene a un'ideologia da condannare"

Antonio Cicchetti è finito nella bufera per la frase pronunciata al termine del comizio in cui ha lanciato la candidatura del suo vice

08 Mag 2022 - 18:16
 © Ansa

© Ansa

"Boia chi molla non è il grido di battaglia, ma il motto di un'ideologia sconfitta dalla storia da condannare senza ambiguità o fraintendimenti". Interviene così Ruth Dureghello, la presidente della comunità ebraica di Roma, sulla polemica che ha travolto il sindaco uscente di Rieti, al centro della bufera per avere concluso un comizio con l'espressione fascista. 

"Dobbiamo andare avanti al grido di battaglia che è sempre il solito, 'boia chi molla'", aveva detto Antonio Ciocchetti, 70 anni, primo cittadino di Rieti per tre mandati non consecutivi, l'ultimo cominciato nel 2017, all'evento di supporto alla candidatura del suo vice, Daniele Sinibaldi, di Fratelli d'Italia. Poi ha provato a difendersi: "Boia chi molla è un motto, radicato nella storia d'Italia, non un indizio di reato". Appartenente a Forza Italia ma con un passato da missino, il sindaco uscente ha spiegato che l'espressione era un invito "a non desistere in campagna elettorale". Nello specifico - ha detto - pronunciarla "in un intervento nel quale si esorta a non desistere un attimo dal fare campagna elettorale rappresenta la conclusione sintetica di un discorso e non è un invito alla sollevazione popolare o alla discriminazione di chicchessia", dice, buttando acqua sul fuoco delle polemiche.

Su Daniele Sinibaldi, candidato del centrodestra alle prossime elezioni, Cicchetti ha cura di non far ricadere le polemiche esplose sul suo "grido di battaglia", così lo ha definito alla kermesse elettorale. "La stupidità umana e la malevolenza interessata, associate alla carenza di argomenti politico-amministrativi di contrasto - prosegue polemicamente Cicchetti - hanno creato un inesistente e deplorevole 'caso' destinato a determinare un clima da caccia alle streghe. Inutile, però, a invalidare l'azione di chi dal 1975, con consenso popolare costante o crescente, partecipa alla vita pubblica cittadina e regionale e ha favorito da amministratore la tolleranza e il dialogo interreligioso. Ancor più inutile se si tenta di trasferire sul candidato sindaco a Rieti, Sinibaldi, addebiti che, se fossero tali, sarebbero, comunque, imputabili solo a chi scrive".

Commenti (0)

Disclaimer
Inizia la discussione
0/300 caratteri