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Bce, Tajani attacca Lagarde: "Ridateci Draghi, non abbiamo bisogno di Don Abbondio"

Il vicepresidente di Forza Italia attacca la presidente della Banca Centrale e aggiunge: "Adesso serve rinviare il voto sul Fondo salva Stati previsto per lunedì"

Christine Lagarde Fmi
ansa

Prima il comunicato stampa della Bce che non intende modificare i tassi di interesse, poi la risposta della presidente Christine Lagarde in conferenza stampa: "Non siamo qui per tenere basso lo spread". L'Italia, che già sta combattendo contro un'emergenza sanitaria senza precedenti a causa del coronavirus, si è ritrovata a dover affrontare anche uno (nuovo) tsunami economico-finanziario. I famosi mercati, infatti, hanno preso atto che nessuno ci difende. Al contrario, le parole della Lagarde - l’esatto contrario del “What ever it takes” di Draghi che salvò l’Euro - hanno dato il là alle vendite incontrollate del nostro Btp provocando danni immensi, E la politica italiano reagisce. Dopo le parole spese dal Capo dello Stato, Sergio Mattarella, e dal premier Giuseppe Conte, anche il vicepresidente di Forza Italia, Antonio Tajani, ha sferrato un duro attacco alla Lagarde con una lettera inviata a "Il Giornale".

Tajani: "Ridateci Draghi, non abbiamo bisogno di Don Abbondio" - "Di fronte ad una crisi peggiore di quella del 2008, non abbiamo bisogno di un Don Abbondio come Presidente della Banca Centrale Europea. I timori di Christine Lagarde hanno fatto bruciare 80 miliardi di euro in Borsa, vanificando le misure che governo e Commissione europea hanno messo in agenda. Servivano, invece, decisioni coraggiose che non sono arrivate, come quelle della Federal Reserve, che ha immesso 1.500 miliardi di dollari nel mercato USA per i prossimi tre mesi. Rimpiango Mario Draghi che, nel 2016, faceva acquistare 80 miliardi di euro al mese di titoli di Stato. Noi ne avevamo chiesti almeno 60. Ieri ci si è fermati a 35. Forse questa esitazione è legata alla necessità di salvare - domani - le banche tedesche?

La nuova presidente della Banca Centrale europea si è dimostrata inadeguata alla gravità della situazione di emergenza creata dal Coronavirus. Serviva una massiccia iniezione di liquidità nell'economia europea. Servizi, commercio, turismo, industria e manifatturiero stanno già pagando un prezzo altissimo, come anche i professionisti, gli artigiani, e le imprese piccole e grandi. Come già rilevato da Francesco Forte, per rispondere alla crisi si doveva fare di più.

Servono soluzioni politiche per far ripartire l'economia, misure ambiziose e di ampio respiro, sia congiunturali che strutturali. È urgente un piano della Banca europea degli investimenti per infrastrutture, ospedali compresi. Ma questo non basta. Sia chiaro: il Coronavirus è un problema europeo. È necessaria una risposta europea coordinata sia sul fronte monetario sia su quello fiscale. I governi nazionali devono agire senza calcoli egoistici. Per questo va assolutamente rinviato il voto sul Fondo salva Stati previsto per lunedì. Servono risorse per la cassa integrazione, per i mutui, per gli acquisti sanitari. Ma anche per sostenere le fasce più deboli, chi rimarrà senza lavoro nelle prossime settimane a causa della crisi, per le famiglie in quarantena, per l' assistenza ai minori e agli anziani non auto-sufficienti. Servono sussidi e linee di credito alle imprese in difficoltà.

La nostra economia si trova davanti a uno shock senza precedenti. L'Unione europea deve ritrovare le ragioni del suo essere attraverso un gigantesco Piano di sostegno alle famiglie, alle imprese, all'economia tutta, senza avere paura di utilizzare tutta la forza di un bazooka e non quella di una pistola quasi scarica".

Antonio Tajani, vicepresidente Forza Italia e Ppe

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