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Aspi, Conte: "Mancata revoca? A noi interessa la sostanza" | De Micheli: "Ci sarà l'uscita totale dei Benetton"

Il premier: "Ora tariffe più eque". Il M5s: "Così si restituisce agli italiani ciò che era loro". Pd: "Buona scelta". Salvini attacca: "Un accordo che sa di fregatura". Bellanova: "Bene ma si poteva fare prima e meglio"

Il premier Giuseppe Conte difende l'intesa su Aspi e, a chi gli chiede se chi puntava alla revoca della concessione sia rimasto deluso, risponde: "Noi ci preoccupiamo di tutelare l'interesse pubblico, non degli slogan. Ci interessa la sostanza".  Dice di essere "abbastanza soddisfatto" per il risultato e chiarisce: "E' un altro dossier che abbiamo ricondotto alla ragione". De Micheli: "Da Aspi ci sarà l'uscita totale dei Benetton".

Il presidente del Consiglio spiega poi che con l'accordo  "avremo tariffe più eque e trasparenti, più efficienza, più controlli". E su Facebook spiega che "il governo ha affermato un principio, in passato calpestato: le infrastrutture sono un bene pubblico prezioso, che deve essere gestito in modo responsabile, garantendo la sicurezza". 

 

Di Maio: "Ce l'abbiamo fatta, via i Benetton" "I Benetton hanno accettato le condizioni del governo - prosegue il ministro degli Esteri su Facebook -. La famiglia Benetton avrà meno del 10% delle quote ed entro qualche mese uscirà definitivamente da Aspi". "I Benetton non gestiranno più le nostre autostrade - evidenzia -. Era il nostro principale obiettivo. E ce l'abbiamo fatta". Di Maio poi ribadisce che "il M5s su Autostrade era solo contro tutti, Salvini deve tacere. Oggi dicono di essere favorevoli a togliere Autostrade ai Benetton anche quelle forze politiche che, quando hanno potuto, si sono messe di traverso. Mi riferisco in particolare alla Lega". 

 

M5s: "Alla porta i poteri forti" - Sul blog dell Stelle il M5s pubblica un post dal titolo "Bye bye Benetton": "Il governo mette alla porta i poteri forti. I Benetton perdono su tutta la linea e si piegano alla fermezza del Movimento 5 stelle. Non abbiamo mai mollato di un centimetro su un tema che ci ha visto combattere, soli contro tutti, per portare giustizia alle famiglie delle vittime del Ponte e a tutti i cittadini".

 

Fraccaro: "Giustizia è fatta" - Anche il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Riccardo Fraccaro sottolinea che è "la fine dell'era Benetton e di chi ha anteposto i profitti alla sicurezza. Ora lo Stato torna a fare lo Stato. Dopo la tragedia del Ponte Morandi abbiamo preso un impegno chiaro e lo abbiamo mantenuto. L'interesse pubblico ha prevalso, le Autostrade tornano ai cittadini. Giustizia è fatta".

 

Zingaretti: "Scelta buona, così si tutela l'interesse pubblico" - Nicola Zingaretti giudica "molto positivi per l'Italia i risultati e le scelte del governo sulla vicenda. La sicurezza e l'interesse pubblico prima di tutto. E' stato premiato il lavoro di squadra: la fermezza di conte che ha indicato una strada, il grande impegno dei ministri, la collaborazione fattiva di tutte le forze di maggioranza anche nei passaggi più difficili. Andiamo avanti così. Dopo Alitalia e Aspi ci si impegni su Ilva. La strada indicata è quella giusta: un grande polo siderurgico per l'acciaio green". 

 

De Micheli:; "Tutelati gli italiani e il lavoro" - Il ministro delle Infrastrutture Paola De Micheli commenta su Twitter: "La soluzione della vicenda Aspi del governo tutela l'interesse pubblico di tutti gli italiani e i lavoratori dell'azienda. Ora avanti con gli investimenti già definiti per le infrastrutture e le fondamentali opere di manutenzione per la sicurezza delle nostre autostrade". 

 

"Ci sarà l'uscita totale dei Benetton" La famiglia Benetton progressivamente non sarà più socia di Aspi", ribadisce il ministro dei Trasporti intervistata a La7". Nell'uscita di Atlantia da Aspi "non ci sarà il passaggio di un solo euro e, soprattutto, per come sarà profilato l'accordo per lo Stato ci sarà il vantaggio di avere i risultati positivi della gestione dell'azienda".

 

Patuanelli: "Torna agli italiani ciò che era loro, entro un anno via i Benetton" - Soddisfatto anche il ministro dello Sviluppo economico Stefano Patuanelli, secondo cui "torna agli italiani ciò che era sempre stato loro. Un'importante infrastruttura autostradale. Solo con questo governo e con questo premier sarebbe stato possibile. E la perdita di controllo dei Benetton avverrà entro un anno". 

 

Faraone (Iv): "Concretezza contro populisti" - Il capogruppo di Italia Viva al Senato Davide Faraone sottolinea che "su Autostrade avevamo ragione: c'era un'alternativa alla revoca. I demaogoghi diceva che i Benetto vanno cacciati. Noi abbiamo distinto piano giudiziario e piano politico. L'unico modo era trovare un'intesa, come si è fatto. Altrimenti quelli che vuoi penalizzare li premi con 23 miliardi di risarcimento".

 

La Lega: "Mesi di chiacchiere per non cambiare nulla" - Sulla decisione su Aspi arriva la netta bocciatura della Lega, che commenta: "Mesi di chiacchiere per non cambiare nulla: niente revoca ad Autostrade (nonostante le promesse dei grillini) e solo danni miliardari a viaggiatori e imprese, solo in Liguria per oltre 4 miliardi". E ancora: "Un altro cedimento dei Cinquestelle al Pd solo per salvare la poltrona. E non possono neanche dire che è colpa di Salvini". 

 

Salvini: "Un accordo che sa di fregatura" - All'attacco Matteo Salvini: "Non si sa ancora nulal dell'accordo: costi delle opere, chi ci guadagna e chi ci perde. Ci sa tanto di fregatura e vogliamo che siano chiari". La Lega, spiega, porterà in Aula la sua mozione su Aspi. 

 

Bellanova: "Bene ma si poteva fare meglio e prima" Anche il ministro Bellanova saluta l'accordo via social network: "La soluzione alla vicenda Autostrade che il Cdm ha individuato nella notte e che adesso dovrà essere puntualmente articolata, avvalora la giustezza delle nostre posizioni e va nella direzione da noi auspicata: una soluzione bilanciata che fa salvo l'interesse della collettività e la credibilità dell'Italia come sistema-Paese".  "Lo avevamo detto e ripetuto più volte - però sottolinea -: la revoca delle concessioni autostradali non era una soluzione praticabile. Si poteva fare meglio e prima. Senza allungare troppo la trattativa, senza far crescere i dossier, senza alzare troppo il volume della propaganda, senza portare avanti battaglie ideologiche".

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