La Camera ha dato il via libera al ddl sulla riforma dell'Università con 307 sì e 252 no. Il testo, che è stato in più parti modificato, torna ora al Senato, arricchito tra l'altro con le risorse previste dal ddl Stabilità ancora all'esame del Parlamento. Nel corso dell'esame in Aula, governo e maggioranza sono stati ripetutamente battuti quando i deputati di Fli hanno votato con l'opposizione.
Berlusconi: "Prova che è il governo del fare"
Il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, commenta in una nota l'approvazione della riforma dell'università alla Camera definendola "un altro obiettivo raggiunto dal governo del fare. E' la dimostrazione che l'esecutivo prosegue nella sua azione riformatrice, mantenendo gli impegni presi con gli italiani". "Cultura, scuola e università sono da sempre settori occupati dalla sinistra che oppone resistenza a ogni tentativo di scardinare rendite di posizione e privilegi. Questo governo è stato eletto per cambiare e riformare anche questi settori. Con la riforma si sà un colpo mortale a parentopoli".
Gelmini: "Toni protesta eccessivi"
"L'approvazione della riforma è un fatto importante, uno tra i più importanti della legislatura. Spiace averlo dovuto fare in un clima di tensione sociale" ha detto il ministro dell'Istruzione, Mariastella Gelmini. Poi, ha aggiunto: "Ho sempre detto di avere il massimo rispetto per chi protesta ma i toni di oggi sono stati eccessivi e non giustificabili alla luce dei contenuti della riforma". Protestare è "un diritto", ha detto ancora Gelmini, ma le proteste "hanno creato disagi ingenti, si sono corsi dei rischi".
Cicchitto: "E' una riforma reale"
Discutiamo di una riforma reale e profonda che questo governo ha il merito di portare avanti". Lo dice il capogruppo alla Camera del Pdl, Fabrizio Cicchitto. "L'opposizione ha preferito cavalcare la protesta per pigrizia conservatrice. Avete considerato - spiega Cicchitto, puntando il dito contro la sinistra - la scuola e l'università come uno strumento di occupazione a prescindere da qualità ed economicità del lavoro. Inoltre, avete spesso considerato la scuola e università solo dal punto di vista di coloro che lavorano in questi settori per assicurare loro il massimo dei privilegi possibili. I maggiori responsabili siete voi". "La salita del tetto che scotta e' un messaggio che indica l'abbandono della linea riformatrice e l'adozione di una linea massimalista. La sinistra - conclude Cicchitto - insegue Di Pietro sul giustizialismo senza superarlo, così come insegue il massimalismo fabulatore di Vendola".
Della Vedova: "Il ministro si impegnerà per la copertura finanziaria"
Il vicepresidente vicario dei deputati Fli, Benedetto Della Vedova, replica alle critiche dell'opposizione (Udc, Pd e Idv) che sonstengono che non vi siano risorse per questa riforma: !E' vero che alla fine le risorse potrebbero non esserci ma quella legge di stabilità alla fine arriverà con quelle caratteristiche. La Gelmini si è impegnata pubblicamente".
Di Pietro: "Questa riforma è un obbrobrio"
La Gelmini è solo "una mediocre maestrina", la sua riforma è "un obbrobrio" e "un cumulo di sciocchezze". Antonio Di Pietro interviene in aula per dare il voto contrario dell'itala dei Valori al disegno di legge sulla riforma dell'università attaccando duramente il ministro e il governo. "Dietro questa pseudoriforma - sostiene - c'è la volontà di tenere i nostri giovani nell'ignoranza, come si usa nei più abnormi regimi". Secondo Di Pietro, la Gelmini ha di fatto abdicato al ministro dell'Economia Tremonti, che ha imposto i suoi tagli svuotando la riforma. "Lei - dice Di Pietro rivolgendosi alla Gelmini - ha accettato di essere un ministro azzoppato, perché tutti i poteri ormai se li è presi Tremonti''.
Franceschini (Pd): "Arroganza da parte del governo"
"Non avrete tempo per far diventare questa riforma, fatta solo di alibi e slogan, una legge e l'arroganza che usate per approvarla è l'ultimo atto di debolezza di una maggioranza senza muscoli". Così il capogruppo Pd alla Camera Dario Franceschini, nella dichiarazione di voto sul ddl Gelmini, attacca il governo. "Berlusconi oggi - ha affermato Franceschini - con l'arroganza di chi gli sta crollando tutto addosso ha detto ai giovani che protestano di andare a studiare. Gli studenti protestano proprio per questo, perché vogliono studiare. Nelle università italiane soffia un vento forte e al governo dico: 'Andate tra gli studenti ad imparare da loro che cosa è il valore della cultura".
Udc: "No a riforma a tappe forzate"
"Avete obbligato la Camera a tappe forzate solo per vantarvi che siete il governo del fare senza preoccuparvi di quello che accadrà all'Università ed alla ricerca italiana. Noi restiamo fortemente critici su una riforma che resterà sulla carta". Lo ha detto nell'Aula della Camera Luisa Capitanio Santolini (Udc) in dichiarazione di voto sulla riforma dell'Università, che ha manifestato solidarietà alle forze dell'ordine ed agli studenti "che hanno il diritto di protestare", condannando invece "i facinorosi che vogliono solo provocare scontri ed incidenti in tutte le città".
Seguono i punti della riforma Gelmini
I punti del disegno di legge
Lotta a sprechi e "parentopoli" (no concorsi a chi ha parenti fino al quarto grado); stop ai rettori a vita; autonomia delle università coniugata con una forte responsabilità finanziaria, scientifica, didattica; atenei autonomi ma che devono rispondere delle loro azioni, e se saranno gestiti male riceveranno meno finanziamenti; soldi solo in base alla qualità e fine dei finanziamenti a pioggia. Reclutamento e governance secondo criteri meritocratici e di trasparenza. Sono queste le novita' principali della riforma dell'universita' approvata in seconda lettura dalla Camera e che andrà ora al Senato.
- ADOZIONE DI UN CODICE ETICO per evitare incompatibilità e conflitti di interessi legati a parentele. Alle università che assumeranno o gestiranno le risorse in maniera non trasparente saranno ridotti i finanziamenti del Ministero.
- LIMITE MASSIMO complessivo di 6 anni al MANDATO DEI RETTORI, inclusi quelli già trascorsi prima della riforma. Un rettore potrà rimanere in carica un solo mandato.
- DISTINZIONE NETTA DI FUNZIONI TRA SENATO E CDA: il Senato avanzerà proposte di carattere scientifico, ma sarà il CdA ad avere la responsabilità chiara delle assunzioni e delle spese.
- IL CDA avrà almeno 3 membri esterni su 11. Il presidente potrà essere esterno. Presenza qualificata degli studenti negli organi di governo.
- DIRETTORE GENERALE AL POSTO DEL DIRETTORE AMMINISTRATIVO: il direttore generale avrà compiti di grande responsabilità e dovrà rispondere delle sue scelte, come un vero e proprio manager dell'ateneo.
- NUCLEO DI VALUTAZIONE D'ATENEO A MAGGIORANZA ESTERNA per garantire una valutazione oggettiva e imparziale.
- GLI STUDENTI VALUTERANNO I PROFESSORI e questa valutazione sarà determinante per l'attribuzione dei fondi dal Ministero.
- FUSIONI ATENEI: ci sarà la possibilità di unire o federare università vicine, anche in relazione a singoli settori di attività, di norma in ambito regionale, per abbattere costi e aumentare la qualità di didattica e ricerca.
- RIDUZIONE DEI SETTORI scientifico-disciplinari, dagli attuali 370 alla metà (consistenza minima di 50 ordinari per settore). No a micro-settori che danneggiano la circolazione delle idee e danno troppo potere a cordate ristrette.
- RIORGANIZZAZIONE INTERNA DEGLI ATENEI: riduzione molto forte delle facoltà che potranno essere al massimo 12 per ateneo.
- RECLUTAMENTO DI GIOVANI STUDIOSI: introdotta l'abilitazione nazionale come condizione per l'accesso all'associazione e all'ordinariato. L'abilitazione è attribuita da una commissione nazionale sulla base di specifici parametri di qualità. I posti saranno poi attribuiti a seguito di procedure pubbliche di selezione bandite dalle singole università, cui potranno accedere solo gli abilitati.
Tra i punti salienti: Commissioni di abilitazione nazionale autorevoli con membri italiani e, per la prima volta, anche stranieri; cadenza regolare annuale dell'abilitazione a professore, al fine di evitare lunghe attese e incertezze; distinzione tra reclutamento e progressione di carriera.
- ACCESSO DI GIOVANI STUDIOSI: Il ddl introduce interventi volti a favorire la formazione e l'accesso dei giovani studiosi alla carriera accademica. Tra i punti salienti: revisione e semplificazione della struttura stipendiale del personale accademico per eliminare le penalizzazioni a danno dei docenti piu' giovani; revisione degli assegni di ricerca per introdurre maggiori tutele, con aumento degli importi; abolizione delle borse post-dottorali, sottopagate e senza diritti; nuova normativa sulla docenza a contratto: riforma del reclutamento.
- GESTIONE FINANZIARIA: Introduzione della contabilità economico-patrimoniale uniforme, secondo criteri nazionali concordati tra Istruzione e Tesoro: i bilanci dovranno rispondere a criteri di maggiore trasparenza. Commissariamento e tolleranza zero per gli atenei in dissesto finanziario.
- VALUTAZIONE DEGLI ATENEI: Le risorse saranno trasferite dal ministero in base alla qualità della ricerca e della didattica. Fine della distribuzione dei fondi a pioggia. Obbligo di accreditamento, quindi di verifica da parte del ministero di tutti i corsi e sedi distaccate per evitare quelli non necessari e valutazione dell'efficienza dei risultati da parte dell'Anvur.
- OBBLIGO PRESENZA DOCENTI A LEZIONE: avranno l'obbligo di certificare la loro presenza a lezione. Questo per evitare che si riproponga senza una soluzione il problema delle assenze dei professori negli atenei. Viene per la prima volta stabilito inoltre un riferimento uniforme per l'impegno dei professori a tempo pieno per il complesso delle attività didattiche, di ricerca e di gestione, fissato in 1500 ore annue di cui almeno 350 destinate ad attività di docenza e servizio.
- SCATTI STIPENDIALI SOLO AI PROFESSORI MIGLIORI. Si rafforzano le misure annunciate nel DM 180 in tema di valutazione dell'attivita' di ricerca dei docenti. In caso di valutazione negativa si perde lo scatto di stipendio e non si può partecipare come commissari ai concorsi.
- DIRITTO ALLO STUDIO E AIUTI AGLI STUDENTI MERITEVOLI Delega al governo per riformare organicamente la legge 390/1991, in accordo con le Regioni per spostare il sostegno direttamente agli studenti per favorire accesso agli studi universitari e mobilità. Inoltre sarà costituito un fondo nazionale per il merito al fine di erogare borse di merito e di gestire su base uniforme, con tassi bassissimi, i prestiti d'onore.
- MOBILITA' DEL PERSONALE Sarà favorita la mobilità all'interno degli atenei, perche' un sistema senza mobilità interna non è un sistema moderno e dinamico. Possibilità per chi lavora in universita' di prendere 5 anni di aspettativa per andare nel privato senza perdere il posto.