L'esame del Consiglio dei ministri sul pacchetto di riforme sulla giustizia è stato rinviato a dopo il voto di fiducia al governo. La riforma, come annunciato nei giorni scorsi dal presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, doveva essere presentata in Cdm martedì, ma, secondo quanto si apprende da fonti vicine all'esecutivo, il Guardasigilli Angelino Alfano avrebbe deciso di rinviare il tutto a dopo il 14 dicembre.
Accantonata dunque l'idea di portare martedì davanti ai ministri anche il disegno di legge costituzionale sul Consiglio superiore della magistratura e sulla separazione delle carriere tra giudici e pm, il restante pacchetto di riforme della Giustizia sarebbe stato composto da un decreto legge (con misure urgenti per abbattere l'arretrato nel civile) e da due disegni di legge (riforma della magistratura onoraria; modifiche al decreto legislativo 231 del 2001 sulla responsabilità amministrativa delle persone giuridiche). Questi ultimi tre testi erano stati diramati per la riunione del preconsiglio che si è tenuta lunedì mattina.
Nel frattempo, però, Alfano avrebbe deciso con Berlusconi sull'opportunità di far slittare l'intera riforma della Giustizia dopo il 14 dicembre. Secondo quanto si apprende nel Centrodestra, infatti, si sarebbe deciso di non mettere "altra carne al fuoco" in un momento politicamente delicato come l'attuale.
In più, si aggiunge, il premier in questi giorni sarebbe troppo assorto da numerosi impegni internazionali: attualmente si trova in Libia e poi dovrebbe andare in Kazakistan e infine a Soci. Un'altra spiegazione del rinvio, che circola in queste ore in Transatlantico, è quella secondo la quale si cercherebbe di evitare di inasprire ulteriormente gli animi mentre gli indecisi in Parlamento, sul fronte della fiducia, non sarebbero così pochi.