"L'Udc ha perso un'occasione. Quando con l'operazione dei finiani era importante continuare con un governo solido c'era per l'Udc un'occasione di avanzarsi. Lo facciano appoggiando una maggioranza ed un governo dall'esterno". Lo ha affermato il premier Silvio Berlusconi. "Oggi l'Udc - dice il premier - avrebbe l'occasione di dimostrare che non pensa solo al tornaconto del proprio leader, ma a quella del Paese a cui serve una maggioranza stabile".
Berlusconi osserva però che "questa è ancora oggi un'occasione straordinaria, che a quanto pare viene lasciata cadere". L'offerta però resta e il premier, sollecitato dai giornalisti, la converte in suggerimento: "Questo è il mio quadro della situazione e, se volete, il suggerimento che do ai signori dell'Udc. Visto che ciascuno vuole restare fedele davanti agli elettori al voto ricevuto, e loro si sono presentati da soli per l'opposizione di Gianfranco Fini a che noi concludessimo l'apparentamento con l'Udc, loro avrebbero l'occasione di dimostrare che non pensano al tornaconto proprio o del loro leader ma all'interesse generale del Paese, quello di avere un governo e una maggioranza assolutamente stabili".
Cesa (Udc): "No appoggio esterno, si dimetta"
"Ringraziamo Berlusconi per i consigli che ci ha dato, ma sono troppo interessati per risultare credibili. Pensi lui all'interesse del Paese e non perda un'occasione storica: si dimetta e apra una fase politica nuova". Lo afferma il segretario nazionale dell'Udc Lorenzo Cesa, replicando alle parole del presidente del Consiglio sull'Udc.
Gli fa eco il presidente dell'Udc
Rocco Buttiglione: "Prima Berlusconi deve dimettersi, poi siamo disposti a sederci intorno a qualsiasi tavolo per discutere soluzioni per il bene del Paese". "Le dimissioni - aggiunge - sono necessarie perché una fase politica è finita, è fallito il progetto del Pdl e il governo che si reggeva su quel progetto, quindi bisogna sgombrare il campo".
Berlusconi: "Se non posso governare si vada al voto"
"Io penso che governeremo perché avremo la maggioranza in Parlamento. Se non sarà possibile governare, perché alla maggioranza della fiducia non seguisse una maggioranza capace di far approvare le riforme, è chiaro che andremo al Colle. Ci recheremo dal capo dello Stato con la maggioranza delle due Camere e chiederemo il ritorno agli elettori. Io non prevedo la possibilità di un governo non capace di incidere sulla realtà del Paese e di cambiare l'Italia migliorandola". Lo ha detto il premier Silvio Berlusconi in una conferenza stampa a Palazzo Chigi.
"Fini faccia un passo indietro"
"L'ultimo sondaggio mi dà ancora al 54,6% di apprezzamento", non devo fare passi indietro, dice ancora il premier. Intanto "il passo indietro dovrebbe farlo qualcun altro, il presidente della Camera per primo, visto come si è comportato da presidente della Camera, che dovrebbe essere super partes, e invece è stato parte in maniera assoluta arrivando addirittura a dare vita a un nuovo partito politico, fondato non su valori e programmi diversi dalla maggioranza ma solo sulla sua figura di leader".
Ddl Università: governo sotto due volte alla Camera
Intanto crescono le difficoltà per il governo in Parlamento. La maggioranza e l'esecutivo sono stati battuti due volte in Aula alla Camera sul ddl Università. La prima volta il governo è andato sotto su un emendamento dell'Udc, presentato dalla centrista Paola Binetti. La proposta di modifica, ha spiegato la deputata, "riguarda l'opportunità di riconoscere il valore del lavoro dei medici impegnati nei policlinici universitari in attività di formazione". L'emendamento è passato con 284 sì, 254 no e cinque astenuti. Poi la maggioranza è stata sconfitta sulla proposta avanzata dalla Lega di tenere seduta notturna per esaminare la riforma. In entrambi i casi Udc e Fli si sono schierati con le opposizioni di Pd e Idv.