politica

Biotestamento, altolà del governo

19 Nov 2010 - 19:27

I registri comunali che raccolgono il cosiddetto biotestamento sono "privi di effetti giuridici" e non legittimi. Lo scrivono in una circolare ai comuni i ministri della Salute Ferruccio Fazio, del Welfare Maurizio Sacconi e degli Interni Roberto Maroni. Il governo boccia così l'iniziativa che alcuni comuni hanno intrapreso, in mancanza di una legislazione nazionale e memori del caso Englaro, di raccogliere "le dichiarazioni anticipate di volontà".

I ministeri, interessati da una richiesta di parere arrivata dagli stessi comuni, rispondono con una circolare firmata congiuntamente che su questa materia non esiste in capo a tali enti alcuna competenza, spetta alla legislazione dello Stato decidere sul "fine vita". Quindi l'intervento dei Comuni in tale ambito "è esorbitante". E "si traduce in provvedimenti privi di effetti giuridici". Ma al di là della questione dell'efficacia probante delle dichiarazioni così raccolte, "non si rinvengono elementi idonei a ritenere legittime le iniziative volte alla introduzione dei registri per le dichiarazioni anticipate di trattamento".

Non solo, precisano i dicasteri: "In tale quadro si potrebbe, anzi, ipotizzare, nel caso in cui si intenda dar comunque corso ad iniziative del genere, un uso distorto di risorse umane e finanziarie, con eventuali possibili responsabilità di chi se ne sia fatto promotore".

Idv: "Atto inutile del governo"
"Una circolare inutile e superflua perché anche i più ingenui sanno che, in assenza di una legge sul biotestamento, i registri comunali non hanno alcun valore giuridico ma solo altamente simbolico. Più che una circolare è un patetico atto di genuflessione il loro". così Antonio Palagiano, capogruppo di Idv in Commissione Affari sociali e Responsabile sanità del partito, commenta la circolare dei ministri della Salute, del Welfare e degli Interni.

Pd: "Si discuta in Parlamento"
"Tre ministri e un sottosegretario si sono scomodati per scrivere una circolare che non ha un fondamento giuridico. Infatti, non c'è una legge che vieti ai Comuni l'iniziativa dei registri per la raccolta dei testamenti biologici. Potremmo discutere sull'efficacia dei registri, anzi dovremmo farlo in parlamento con uno spirito aperto, non di crociata". Lo dice Margherito Miotto, capogruppo Pd nella commissione Affari sociali di Montecitorio.

Ass. Luca Coscioni: "Tecnica ricattatoria"
"Le sentenze Welby, Englaro e Nuvoli stabiliscono in modo chiaro il diritto costituzionale a interrompere le terapie anche attraverso le dichiarazioni anticipate" registrate dai Comuni. Lo dice il segretario dell'associazione Luca Coscioni, Marco Cappato. "Prosegue - aggiunge Cappato - la tecnica ricattatoria, la stessa con cui il ministro Sacconi ha ricattato la clinica che si era proclamata disponibile a rispettare la legge nel caso Englaro. Per fortuna i ricattatori sono anche analfabeti di diritto e di regole, o fingono di non sapere".

Card. Sgreccia: "Bene fa il governo"
"Hanno fatto bene" i ministri perché "i Comuni non hanno alcuna competenza di accogliere liste di biotestamenti finché non c'è una legge" che lo prescriva. Lo afferma il neo-cardinale Elio Sgreccia, presidente emerito della Pontificia Accademia per la Vita commentando la circolare del governo. Le iniziative di alcuni Comuni nascevano piuttosto, ha aggiunto Sgreccia, da "una forma di pressione ma è inutile affogare i Comuni di questo compito: hanno ben altri problemi come far vivere la gente e procurare il lavoro e non farla morire".

Beppino Englaro: "Allora dicano come dobbiamo fare"
"Se i registri non hanno valore, dicano loro cosa lo ha purché la volontà dei cittadini sia rispettata anche nel momento in cui non possono più difendersi e dire esattamente cosa vogliono". Lo ha detto Beppino Englaro, il padre di Eluana, la donna morta il 9 febbraio del 2009 dopo 17 anni di stato vegetativo permanente a una lunga battaglia legale. "Se si riesce ad avere delle leggi ad hoc il cittadino si organizza e difende come può - ha aggiunto Beppino - Quello che conta è che ci sia un documento, che può essere il registro o la tessera sanitaria, dove sta scritto chiaramente quali sono le sue volontà rispetto ai trattamenti di fine vita".

Commenti (0)

Disclaimer
Inizia la discussione
0/300 caratteri