"Berlusconi deve prendere la decisione di rassegnare le dimissioni, salire al Colle, dichiarare che la crisi è aperta di fatto e arrivare a una fase in cui si ridiscuta l'agenda, si verifichi la natura della coalizione e la composizione del governo". E' questo uno dei passaggi salienti del discorso di Gianfranco Fini alla convention Fli a Perugia. "Se non ci sarà un colpo d'ala è evidente che Ronchi, Urso, Menia e Bonfiglio non rimarranno nel governo" ha aggiunto Fini.
Se Futuro e Libertà si attendeva dal suo leader effetti speciali, quinid, nella prima convention di Perugia, li ha avuti. Silvio Berlusconi si dimetta, apra la crisi per dare vita ad un altro governo, con una maggioranza, un'agenda ed una squadra di ministri nuovi. Fini detta la tabella di marcia al premier, invece di inchinarsi al patto di legislatura tardivo del Cavaliere. Altrimenti, ha gia' in tasca le dimissioni della delegazione di Fli al governo, anche se promette che i finiani terranno fede al patto elettorale, votando in Parlamento i provvedimenti condivisi e nel programma.
Se dunque Berlusconi ha a cuore l'interesse dell'Italia, se non vuole che a spegnere il cerino o a staccare la spina siano gli italiani, stanchi di un ''governo del fare per finta'' salga al Quirinale a dimettersi, dia ''un colpo d'ala'' coraggioso. Ed i finiani al governo, rimettendo il mandato in mano a Fini, compiono il primo atto di 'disconoscimento' della leadership di Berlusconi e di conferimento di un nuovo ruolo a Fini, se non per l'oggi per il domani.
Ma il premier ha già fatto sapere che non ci saranno dimissioni e che Fini dovra' votare contro al governo in Parlamento. ''Ricordo al premier che lo abbiamo gia' fatto il giorno della direzione, quando il governo e' andato sotto sui fondi Fas in commissione Bilancio, dove martedi' riprendera' l'esame, costringendo Tremonti a correre ai ripari, cosi' come aveva gia' dovuto fare sui fondi per l'universita''', osserva caustico un colonnello.
Del resto Fini lo ha detto: ''Qualcuno ci ha dipinti come quattro gatti insignificanti, invece siamo determinanti''. Fli ''non contro Berlusconi'', ma ''oltre' il Pdl'', e' lo slogan del Capo, che intanto prova a disinnescare il 'corteggiamento' in atto del Cavaliere a Pier Ferdinando Casini. ''Berlusconi ha fatto un appello ai moderati e sa che si trovano in particolare in un soggetto politico'', l'Udc . Ora e' chiaro - mette in chiaro Fini - che non si puo' pensare ad un Casini che ''arriva gaudente e sostenga il governo''. Questa sarebbe una logica ''mercantile'', un ''fuori uno, dentro l'altro'' che non va bene. Per questo, ''se davvero Berlusconi vuole un patto di legislatura, invece dei cinque punticini che sembrano un compitino da scolaretti'', apra la crisi, dia vita ad un nuovo governo. Nel quale certo a dettare l'agenda sara' anche Fli, giacche' e' una componente della maggioranza: legge elettorale (perche' quella che c'e' ''e' una vergogna'', completamento della riforma federalista (con la Camera delle Autonomie e la riforma dell'art.117, Stati generali dell'economia e del lavoro con il rilancio di competitivita' e occupazione (dando retta al lavoro delle parti sociali, agli allarmi del Governatore della Banca d'Italia Mario Draghi e a quello della presidente degli industriali Emma Marcegaglia, che non fanno ''ipotetiche o assurde congiure'' ma ragionano per il bene del Paese).
Questo e molto altro ancora indica Fini, tra le sue priorita', presentando nel conto anche le parole d'ordine del manifesto di Fli, a partire da patria e legalita'. Con la Lega Fini e' durissimo: ''Ha non solo la golden share, ma l'intera iniziativa dell'azione di governo''. Quanto al Pdl, ne e' ''una pallida copia sbiadita, mentre doveva essere un grande partito nazionale''. Non basta: ''In Europa non c'e' un partito che sui diritti e' piu' indietro del Pdl'', rincara la dose Fini, rialzando la bandiera della difesa dei diritti, da quelli degli immigrati a quelli delle coppie di fatto. Insomma, ''il credere, obbedire, combattere'' appartiene ad un'altra epoca e oggi Fini si candida ad archiviare il centrodestra di Berlusconi e a guidarne uno tutto nuovo.