politica

"Caccia, non un giorno in più"

21 Apr 2010 - 14:35

Il ministro dell'Ambiente, Stefania Prestigiacomo, ha annunciato il raggiungimento di un accordo ad alto profilo sulla caccia. Si tratta, ha spiegato Prestigiacomo di un'intesa che "rappresenta un avanzamento della civiltà giuridica del nostro Paese in materia ambientale proprio alla vigilia della Giornata mondiale della Terra". Il ministro ha garantito che "non ci sarà un solo giorno di caccia in più rispetto al calendario vigente".

Dieci giorni in più, ma non uno di più: si potrà sparare agli animali selvatici non oltre la prima decade di febbraio, nessuna deroga ammessa, ed esulta la maggioranza trasversale che ha fatto passare un subemendamento ad hoc nella legge comunitaria in discussione alla Camera.

In particolare ha spiegato il ministro Prestigiacomo, posticipare i termini attuali della stagione venatoria non significa allungarla. Per ciascuna specie il numero di giornate di caccia "resta invariato". "Sarà possibile - ha detto - un posticipo di dieci giorni per singole specie e per singoli territori a condizione che l'Ispra lo autorizzi sulla base delle esigenze di tutela dell'ambiente e del patrimonio faunistico".

"In questi giorni - ha sottolineato quindi il ministro - è stato detto e scritto tutto, che si apriva alla deregulation, alla mattanza. Il voto del parlamento a larghissima maggioranza dimostra che la verità è ben diversa. Abbiamo approvato, dopo un serrato e costruttivo confronto tra parlamento e Governo, un testo che ci consente di superare un contenzioso trentennale con l'Unione Europea che ci sarebbe costato caro e di colmare vuoti legislativi che di fatto consentivano alle regioni delle deroghe".

"A parte poche posizioni di dissenso personale - ha concluso Prestigiacomo - la Camera dopo anni di scontro ideologico sul tema della caccia, ha discusso con maturità ponendo in primo piano le esigenze dell'ambiente su un tema che fino a oggi ha sempre diviso".

Ha votato no la Lega
La Lega, che ha espressamente votato no, respinge al mittente ogni sospetto di isolamento. Gianluca Pini, a nome del Carroccio, rileva non senza recriminare: "Era stato sottoscritto un accordo in Commissione con il Pdl. Purtroppo questo consenso è stato disatteso in modo inconcepibile". Sul versante opposto l'Italia dei Valori non nasconde la sua "amarezza" di convinti animalisti.

Il resto delle forze politiche semmai si dividono sul significato di un voto che ha messo sullo stesso lato della barricata settori consistenti di entrambi gli schieramenti. Il primo a dare una lettura politica dell'accaduto e' il Pd. Dario Franceschini parla di "buon senso del Parlamento che ha bloccato, per la terza volta, la liberalizzazione del calendario venatorio".

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