I giudici del Tribunale di Milano che processano Silvio Berlusconi per la presunta corruzione di David Mills, hanno trasmesso gli atti alla Consulta perché verifichi la costituzionalità della legge sul legittimo impedimento. "La verità è che i giudici vogliono processare Berlusconi, punto e basta, il resto non gli interessa", ha commentato Niccolò Ghedini, uno dei legali di Silvio Berlusconi.
Trasmettendo gli atti alla Consulta, i giudici della decima sezione del tribunale di Milano hanno fatto riferimento alla sentenza della Corte costituzionale del 7 ottobre del 2009 nø262 che dichiarò parzialmente illegittimo il Lodo Alfano.
"La Corte costituzionale ha in particolare esplicitato i motivi per cui, al fine di introdurre nuove prerogative nell'ordinamento, occorre adottare la procedura di legge costituzionale - scrivono i giudici -. La previsione di una nuova prerogativa introduce, infatti, una normativa derogatoria al principio di uguale sottoposizione alla legge e alla giurisdizione di tutti i cittadini e attiene all'equilibrio tra organismi costituzionali e poteri dello Stato. Motivi per i quali non può che essere adottato con legge costituzionale".
Ghedini all'attacco
"E' una decisione che dimostra la volontà dei giudici di Milano di non applicare la legge volta a premettere alle alte cariche dello Stato di svolgere la loro funzione". Così Niccolò Ghedini, difensore del presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, al processo Mills, punta il dito contro la decisione dei giudici della X sessione penale del tribunale di Milano di sollevare alla Corte costituzionale eccezione di incostituzionalità sulla cosiddetta legge sul legittimo impedimento.
Secondo il legale, è l'ennesima dimostrazione che i magistrati milanesi "vogliono per forza processare Berlusconi". Una decisione "non condivisibile" per Ghedini che in aula aveva chiesto di rinviare per "legittimo impedimento continuativo" del premier, al prossimo 21 luglio, il processo che vede come unico impuntato Silvio Berlusconi per presunta corruzione in atti giudiziari.