politica

Fini-Berlusconi, sale la tensione

15 Apr 2010 - 17:21

Tensione sempre più alta tra il premier Silvio Berlusconi ed il presidente della Camera, Gianfranco Fini. Quest'ultimo, riferiscono fonti della maggioranza, ha detto che è pronto a costituire suoi gruppi autonomi in Parlamento, accusando il governo e il Pdl di andare a traino della Lega. Il premier Berlusconi, riferiscono le stesse fonti, avrebbe chiesto 48 ore di riflessione.

Berlusconi: Fini lasci la presidenza della Camera
Rifletti bene su questa decisione di dar vita a gruppi autonomi perché l'inevitabile conseguenza è quella di dover lasciare la presidenza della Camera. Silvio Berlusconi, a quanto riferiscono fonti della maggioranza, avrebbe replicato così al presidente della Camera, Gianfranco Fini, che nel summit a Montecitorio avrebbe ventilato l'ipotesi di dar vita a gruppi autonomi. Fini si sarebbe riservato di comunicare una decisione entro la prossima settimana.

Fini pronto alla rottura
"Il tuo partito è il Pdl non la Lega", così Fini durante l'incontro con Berlusconi ha ribadito la sua posizione sul fatto che il partito di via dell'Umiltà è appiattito al Carroccio. Il presidente della Camera ha poi chiamato nel suo ufficio di Montecitorio alcuni degli esponenti del Pdl a lui più vicini. Nello studio della terza carica dello Stato sono giunti il presidente vicario del Pdl a Montecitorio Italo Bocchino, il vicecapogruppo Carmelo Briguglio, il viceministro e segretario generale di FareFuturo Adolfo Urso e il sottosegretario all'Ambiente Roberto Menia.

Non sono bastate quasi due ore di faccia a faccia alla Camera per dissipare le tensioni. Berlusconi e Fini si sono lasciati con freddezza. Il colloquio, raccontano, è stato franco e interlocutorio. Qualcuno parla di 'tregua armata', ma c'è chi dice che si sia addirittura sfiorata la rottura. "Come sempre capita in questi casi, la verità sta in mezzo", dice chi ha avuto modo di sentire il Cavaliere.

Il numero uno di Montecitorio avrebbe consegnato un messaggio molto chiaro, che va ripetendo da tempo dopo le regionali: non ci si può appiattire sulla Lega, perché così si indebolisce il Pdl che deve rimanere forza trainante del centrodestra e non può farsi dettare l'agenda dal Carroccio. Una posizione subordinata nei confronti del Senatur sarebbe un danno anche per lo stesso Berlusconi.

Schifani: "Se cambia maggioranza si torni al voto"
"Quando una maggioranza si divide non resta che dare la parola agli elettori". Lo ha detto il presidente del Senato Renato Schifani commentando l'incontro tra Fini e Berlusconi. Schifani ha spiegato che si tratta di "un concetto che già ho ribadito in epoca non sospetta", che ripete perché "leggo in queste ore della costituzione di gruppi diversi da quelli del Pdl".

Le Lega continua il pressing
Bossi, proprio durante il colloquio tra i cofondatori del Popolo della libertà, ha ribadito che il suo partito vuole contare nei salotti buoni della finanza nordista e rivendica a sè gli assessori all'agricoltura in Veneto e Piemonte, a maggior ragione dopo aver dato il via libera a Giancarlo Galan al ministero delle Politiche agricole.

I finiani assicurano che non c'è da parte del presidente della Camera nessuna intenzione di forzare, ma la volontà di far valere fino in fondo le proprie ragioni per un maggior equilibrio interno. Nessuna delega in bianco a favore dell'asse Berlusconi-Bossi da parte di Fini che sarebbe pronto a costituire anche un gruppo autonomo. Berlusconi, riferiscono fonti della maggioranza, si sarebbe preso 48 ore per riflettere.

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