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No a crocefisso, Italia fa ricorso

Vaticano: "Rispettare sentire popolare"

Il governo italiano è pronto a fare ricorso ai giudici di Strasburgo dopo la sentenza che vietava il crocefisso nelle aule scolastiche.

Lo ha annunciato il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Gianni Letta. "Abbiamo fiducia che la Corte dei diritti umani ripari quello che consideriamo un grave torto allo spirito prima ancora che al sentimento religioso", ha detto Letta. Soddisfatta la Cei: "Sentenza era contro il sentire popolare".

"Stamattina c'è stata una riunione al ministero degli Esteri per mettere a punto il ricorso che l'Italia presenterà con abbondanza di documentazione e di argomentazioni e abbiamo fiducia che la Corte dei diritti umani di Strasburgo ripari quello che consideriamo un grave torto alla cultura prima ancora che al diritto, allo spirito prima ancora che al sentimento religioso", ha ggiunto Letta.

"Abbiamo fiducia - ha aggiunto Gianni Letta - anche perché è stato facile per l'Italia sollecitare la solidarietà, il consenso e la partecipazione al giudizio davanti alla grande camera della Corte di Strasburgo anche di molti altri paesi d'Europa che stanno venendo sempre più numerosi a sostegno dell'azione italiana".

Bagnasco: "Bene, è una sentenza contro la gente"
"E' da apprezzare decisamente questa iniziativa del governo italiano, rispetto alla sentenza della Corte europea dei Diritti umani di Strasburgo, per quanto riguarda l'esposizione del crocifisso nelle aule scolastiche". Così il presidente della Cei, card. Angelo Bagnasco, ha commentato l'annuncio di Gianni Letta. "E' da apprezzare, lodare, sostenere - ha aggiunto Bagnasco - come risulta anche da parte di altri paesi europei che si stanno aggiungendo a questa iniziativa perché - ha sottolineato - la sentenza veramente va contro non solo all'oggettività della storia europea ma anche al sentire popolare, della gente". "Mi pare - ha detto ancora Bagnasco - che sia un chiedere di riequilibrare rispettosamente questa sentenza rispetto alla realtà della gente".