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Cicchitto: "C'è chi semina odio"

"Non ce lʼho con Udc e gran parte Pd"

"Ho fatto una distinzione netta fra chi fa campagne di odio e chi fra le forze di opposizione è protagonista di una normale dialettica: mi rivolgo all'Udc e a larga parte del Pd".

Lo dice il capogruppo del Pdl a Montecitorio, Fabrizio Cicchitto, che sottolinea di "riconoscere la pacatezza di Bersani". Per contro, Cicchitto sottolinea come "Repubblica ci stia massacrando" e come il Pdl non sia disposto a fare "passi indietro contro la campagna di odio".

"Non abbiamo fatto altro che ricordare quello che tutti gli italiani i quali leggono i giornali e guardano la televisione hanno avuto sotto gli occhi quotidianamente: una campagna di odio e di disprezzo contro Berlusconi che ha innescato una serie di reazioni a catena che hanno portato al gesto di Tartaglia, alla sua esaltazione su facebook da parte di migliaia di estremisti. Non vediamo perche' avremmo dovuto tacere su tutto questo nel dibattito parlamentare, mentre Berlusconi e' ancora in un letto di ospedale, con il volto ferito. Tacere tutto cio' sarebbe stato coprire quello che e' avvenuto, cosa che forse qualcuno avrebbe gradito", scrive Cicchitto in risposta all'editoriale del direttore di 'Repubblica', Ezio Mauro.

"Noi ci siamo limitati a questo e abbiamo anche indicato una via d'uscita - aggiunge Cicchitto - rivolgendoci a due forze politiche di opposizione, l'Udc e il Pd di Bersani, indicando quella che riteniamo l'unica via d'uscita possibile per ritornare ad una lotta politica normale: fine dell'uso politico della giustizia, una grande riforma istituzionale, la riforma della giustizia, il federalismo".

"Capiamo come dopo quello che e' accaduto c'e' chi ha la coscienza sporca - prosegue - ed e' alla ricerca di un alibi e quindi di un altro bersaglio. Nessuna intimidazione e anche nessun 'fuoco amico' ci chiudera' la bocca. D'altra parte, invece, avremo la massima disponibilita' e apertura verso chi avra' atteggiamenti costruttivi. Detto tutto questo, l'evocazione dell'attacco alla liberta' di stampa e' l'ennesima mistificazione: una catena editoriale sviluppa contro un leader politico, il suo partito, il suo governo una forsennata campagna di stampa, ma se qualcuno osa rispondere allora la medesima catena editoriale grida all'attentato alla liberta' di stampa. Sulla base di questa logica - conclude - 'Repubblica' ha licenza di attacco e coloro che sono oggetto di esso dovrebbero solo accettare, riverenti, insulti e scomuniche e poi ringraziare per l'onore ricevuto".


L'editoriale di "Repubblica" e la scelta del "Fatto"
"Stringere la mano al premier ferito è doveroso, condannare l'aggressione è obbligatorio, far passare le leggi ad personam è impossibile. Tutto qui. Le mozioni vanno distinte dalle emozioni. Il populismo non puo' pensare che uno choc emotivo centrifughi tutto, il diritto, la costituzionalita', i doveri dell'opposizione. Se Cicchitto pensa che questo momento delicato della vita repubblicana possa imbavagliare Repubblica, annacquando il suo giornalismo, si sbaglia. Il Paese, soprattutto nei momenti di confusione, si serve facendo ognuno la sua parte. La nostra e' quella di informare: soprattutto degli abusi del potere, nell'interesse dei cittadini''. Cosi' si conclude un editoriale del direttore di Repubblica Ezio Mauro, intitolato, ''Il dovere di un giornale'' che risponde alle accuse rivolte dal capogruppo Pdl alla Camera al gruppo Repubblica-L'Espresso, quale ispiratore della ''spietata campagna di odio, il cui obiettivo e' il rovesciamento di un legittimo risultato elettorale''.

Diversa la scelta de ''Il Fatto'' che non replica con un editoriale del direttore Antonio Padellaro all'accusa di Cicchitto di essere ''mattinale delle Procure'' e complice della campagna d'odio contro il premier, ma con il titolo principale del giornale: ''L'uomo della P2 aggredisce il 'Fatto'''. In prima pagina anche una cronaca firmata da Furio Colombo e intitolata ''Una giornata particolare''. E' il pezzo di terza pagina di Luca Telese a riprendere il titolo di apertura: ''Quel sorriso da Joker, dal marxi-cicchittismo al cicchi-berlusconismo''. Nel sommario si annuncia: ''Vita di Fabrizio Cicchitto: la P2 e i progressisti, l'antiamericanismo e i versi di Bondi''. In grassetto, poi, si sottolineano alcuni momenti della carriera del capogruppo Pdl: ''Lo schiaffo di Lombardi per l'affialiazione alla Loggia, la trombatura in Puglia, i fischi (di An) ad Assisi. Nesi: 'E' uno spretato'''