politica

Ddl sicurezza, i medici protestano

No obbligatorietà denuncia clandestini

11 Mar 2009 - 15:21

I sindacati dei medici si oppongono al disegno di legge sulla sicurezza.: niente sciopero, ma verranno usati tutti gli strumenti legali fino "alla Corte di giustizia europea passando per la Corte costituzionale". Questa la posizione delle diverse sigle sindacali dei medici, nel caso in cui dovesse passare la norma sull'obbligatorietà di denunciare gli immigrati clandestini, confermata tra l'altro da un emendemanto della Lega Nord.

Medici italiani rivendicano il loro ruolo professionale, si appellano al buonsenso dei politici ma, in attesa di segnali, lanciano l'allarme: "Non siamo spie, bisogna bloccare subito l'emendamento della Lega Nord che elimina il principio di non segnalazione degli immigrati clandestini da parte degli operatori del Ssn. Se diventa legge, il camice bianco avrà l'obbligo, e non la possibilità, di segnalare un clandestino che si rivolge per le cure a una struttura sanitaria pubblica, in quanto pubblico ufficiale incaricato di pubblico servizio".

Fermento tra le sigle sindacali
A lanciare l'appello sono i sindacati della dirigenza medica e veterinaria del Ssn, riuniti a Roma proprio per spingere il Governo a tornare sui propri passi e bocciare la norma anti-clandestini, contenuta nel Ddl sicurezza. All'incontro hanno preso parte tutte le maggiori sigle sindacali della dirigenza medica: Anaao Assomed, Cimo Asmd, Fp Cgil medici, Aaroi, Fvm, Federazione Cisl medici, Fassid, Fesmed, Federazione medici Uil-Fpl, pronte, se la legge dovesse passare, "ad andare fino alla Corte di giustizia europea, passando per la Corte costituzionale".

Il medico pubblico ufficiale
"Il medico dipendente da enti pubblici o da enti convenzionati con il Ssn - spiega il segretario nazionale Fp Cgil medici, Massimo Cozza - riveste contemporaneamente, secondo il costante orientamento della giurisprudenza, la qualifica di pubblico ufficiale o di pubblico servizio. I medici del servizio sanitario nazionale, in quanto pubblici ufficiali, saranno quindi obbligati a denunciare per iscritto quando avranno notizia della clandestinità, diventato reato perseguibile di ufficio. Chi omette o ritarda di denunciare sarà punito con la multa da 30 a 516 euro. E non va dimenticato che l'obbligatorietà della denuncia non è solo a carico dei medici, ma anche degli infermieri e di tutto il personale della sanità pubblica quando è nell'esercizio delle sue funzioni".

Per i sindacati, la norma in questione presenta inoltre "un evidente profilo di incostituzionalità", per contrasto con l'articolo 32 della Costituzione, in base al quale la "Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettivita'". Le sigle sindacali passano quindi in rassegna i rischi che potrebbero sorgere nel caso l'emendamento dovesse avere il via libera anche della Camera.

Primo fra tutti operare senza tranquillità dovendo scegliere l'operatore sanitario tra seguire il codice deontologico o la legge. Inoltre c'è il concreto rischio che nasca una sanità parallela fatta di ambulatori clandestini con il pericolo di un minor monitoraggio epidemico, cosa che preoccupa e che potrebbe facilitare il ritorno di malattie scomparse come, ad esempio stanno a testimoniare i focolai di tubercolosi registrati nel 2005. Inoltre, da segnalare, la possibilità concreta di un aumento dei costi per curare malattie che normalmente costerebbero meno con un'ulteriore ricaduta sull'organizzazione del lavoro.
Maroni: "Nessun obbligo di denuncia"
La norma contenuta nel ddl sicurezza abolisce il divieto di denunciare i clandestini da parte dei medici, ma abolire il divieto non significa introdurre l'obbligo". A specificarlo è il ministro dell'Interno, Roberto Maroni, replicando alle critiche dei sindacati dei medici. "In nessun Paese europeo - ha ricordato Maroni - esiste il divieto di denuncia, in Germania c'è addirittura l'obbligo. Noi vogliamo introdurre la norma che c'è in tutta Europa".

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