politica

L'Unità sciopera contro Soru

“No a drastico ridimensionamento”

04 Mar 2009 - 10:50

“Mercoledì l'Unità non sarà in edicola e martedì il sito on line non verrà aggiornato. È stato proclamato, infatti, il primo dei cinque giorni di sciopero messi a disposizione del cdr. Lo ha deciso all'unanimità l'assemblea delle redazioni di Roma, Bologna, Firenze, Milano e dell'online”. Questo il comunicato con il quale, ufficialmente, è iniziata la mobilitazione del quotidiano diretto da Concita De Gregorio.

Una decisione sofferta, giunta dopo incontri, contatti, assemblee che si sono susseguiti da venerdì scorso, il giorno in cui si è abbattuta la notizia della crisi. Sabato la rappresentanza sindacale è volata a Cagliari per incontrare il segretario della Federazione Nazionale della Stampa, Franco Siddi. Lunedì faccia a faccia informale con l'ad e presidente della Nie, Antonio Saracino. A seguire è stata riunita l'assemblea di redazione. Poi l’annuncio dello sciopero per “per respingere l'ipotesi di drastico ridimensionamento aziendale prospettato dall'amministratore delegato che provocherebbe gravissime ripercussioni sugli organici e sulla fisionomia stessa del prodotto”. Insomma, “l’assemblea, in particolare, ritiene inaccettabile la data ultimativa del 23 marzo, fissata come termine ultimo per scongiurare lo stato di insolvenza”.

Si avvia così a un triste epilogo l'avventura editoriale di Renato Soru, che aveva acquistato il quotidiano di Gramsci nella primavera dello scorso anno, quando era ancora Governatore della Sardegna. Ma evidentemente, qualcosa è cambiato. Passano solo dieci mesi, e quell’ annunciata rivoluzione editoriale, si trasforma in una “drastica riduzione degli organici del giornale e taglio delle cronache e anche della redazione di Milano”. Una situazione precipitata in poco tempo, ma prevedibile dopo la sconfitta di Soru alle elezioni sarde che ha visto la vittoria dello sfidante piddilellino Ugo Cappellacci. E infatti, ecco una delle conseguenze della debacle: l’editore adesso chiede una “cura drastica” per il quotidiano, rilanciato con la nuova direzione di Concita De Gregorio pochi mesi fa, con esiti soddisfacenti dal punto di vista della credibilità del progetto e delle vendite.

Certo, le cifre in rosso ci sono: a quanto scrive il quotidiano Italia Oggi, nel 2008 la perdita è stata di quasi 8 mln di euro, nel 2007 il rosso di 5 mln di euro, e poi -1,4 mln nel 2006, -1,1 mln nel 2005 e -248 mila euro nel 2004. E Soru non sarebbe pronto a ricapitalizzare l’azienda con 4 milioni di euro, come dovrebbe avvenire entro l’ormai prossimo 23 marzo. Al momento si salverebbero le cronache locali di Bologna e di Firenze (tradizionali roccaforti, specie l’Emilia-Romagna delle vendite del quotidiano), ma ci sono timori per il dopo elezioni. Infatti a Bologna e Firenze si volta per il Comune e la chiusura potrebbe essere solo prorogata di qualche mese. Inutile negare che a monte c’è un problema politico. Il patron di Tiscali aveva ottenuto l’appoggio incondizionato del Pd e dell’allora leader Veltroni alla sua ricandidatura nonostante stesse portando la Sardegna a elezioni anticipate. Contava di farcela, invece ha perso trovandosi tagliato fuori dal panorama politico con la responsabilità di un terremoto politico sul groppone (che ha portato alle dimissioni di Veltroni). L’epilogo della questione, oggi, è sotto gli occhi di tutti: i giochi non sono andati come aveva programmato e a questo punto quel giornale di partito, lo stesso partito che lo ha abbandonato, può pure naufragare.

Un atteggiamento palese, che ha suscitato, a catena, la solidarietà di tutti i colleghi, anche politicamente distanti, oltre che della Federazione Nazionale della Stampa, dell'Associazione Stampa Romana, di Articolo 21. Dura la posizione della Fnsi: “Il Sindacato dei giornalisti – si legge in una nota - segue con preoccupazione e con impegno la vicenda de L’Unità ed è al fianco dei colleghi costretti nuovamente allo sciopero. Il sostanziale disimpegno aziendale rispetto ai progetti solo alcuni mesi fa presentati, è un dato su cui misurarsi per impedire che di nuovo si scarichino sulla redazione, inclusi i colleghi precari, scelte aziendali che riportano questo glorioso quotidiano a storie e a pagine purtroppo già lette e già viste”.

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