"Andrà a casa anche l'ottavo leader"
Il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi non è preoccupato di quanto accade al Pd. Ai giornalisti che gli chiedono se tema il fatto di non avere di fronte un'opposizione strutturata dopo le dimissioni di Veltroni risponde: "No, è un'abitudine". "Sono 15 anni che sono in politica - aggiunge il premier - e mi sono confrontato con sette leader diversi, che sono andati a casa. Arriverà l'ottavo e credo non vorrà tradire la regola della sinistra".
Intanto all'interno del Pd resta aperto il dibattito sul futuro del partito dopo le dimissioni del leader. Enrico Letta, che non scioglie le riserve su una sua futura candidatura a segretario, rilancia una possibile alleanza con l'Udc. Ma a tenere banco più che le alleanze da stringere è il nodo della leadership.
Sul nome di Franceschini, indicato come reggente fino alle Europee, non c'è piena convergenza. E sono sempre di più gli esponenti del partito che chiedono le primarie.
Intanto Parisi si candida
Il leader dei Democrati per la Democrazia nel Pd non solo ha risparmiato critiche al segretario dimissionario, giudicato "non all'altezza del ruolo", ma ha anche per quanto lo riguarda rotto gli indugi e avanzato la propria candidatura.
"Se prevalesse l'idea di eleggere il segretario direttamente in Assemblea - prosegue Parisi - avanzerò la mia candidatura in difesa della nostra idea di un Pd che riparta nel solco dell'Ulivo, e consentire così una scelta nitida tra linee politiche alternative". Il leader dei Democratici per la Democrazia nel Pd ha anche aggiunto: "Il partito non ha bisogno di un segretario provvisorio perché guidato da una linea provvisoria".