politica

Di Pietro: “Sfiduciate Bassolino”

Ma i suoi: “Prima la questione morale”

02 Feb 2009 - 10:19

Prova a porre un ultimatum ai suoi chiedendogli di scegliere tra la sfiducia a Bassolino e l’espulsione dal partito, ma sortisce l’effetto contrario. E cioè, la “rivolta” dei colleghi contro la linea dettata. Insomma, non è un bel momento per Antonio Di Pietro colpito dalle polemiche per le sue frasi sul Quirinale e la questione morale emersa nel partito. E, come se non bastasse, anche il Pd passa all’attacco.

Tuttavia, forse per spostare l’attenzione dai temi incandescenti che lo vedono protagonista da qualche settimana, l’ex pm lancia una nuova sfida ai suoi: “Dopo aver fatto dimettere i nostri rappresentanti dalle giunte napoletane e dai posti di responsabilità – così sbotta - la battaglia dell’Italia dei Valori per il rinnovamento del quadro politico passa attraverso la sfiducia alle giunte Bassolino e Iervolino”. Sfiducia, spiega ancora, “che i nostri consiglieri regionali e comunali dovranno presentare rapidamente”. Anche perché “la linea di demarcazione dell’appartenenza o meno al partito passa attraverso questo atto politico”. Tradotto significa che chi non sfiducerà le giunte campane sarà fuori dal partito.

Ma l’ultimatum scatena le reazioni impreviste dei suoi collaboratori che uno dopo l’ altro si stanno autosospendendo dall’Idv ponendo al centro delle loro esigenze un unico nodo: la questione morale. “Non accettiamo ultimatum - confermano Raffaele Scala e Carlo Migliaccio - noi chiediamo pulizia nel partito e l’obiettivo da Roma viene spostato sulla sfiducia alla giunta. Questo non possiamo accettarlo. Se il presidente continua su questa linea significa che ce ne andremo, in fondo ci siamo già autosospesi e quindi ci comporteremo con coerenza”. E aggiungono: “Perché Di Pietro ripropone proprio ora anche la sfiducia alla giunta Bassolino? È da un anno che se ne parla, ma i consiglieri regionali dell’Italia dei valori non hanno mai fatto nulla per questo. Anzi”.

Dunque, un pò di dietrologia. Erano i primi di gennaio del 2008 quando Nello Formisano (coordinatore regionale), prima, e Di Pietro poi, annunciarono la mozione di sfiducia per la giunta della Campania di Antonio Bassolino. Era il 25 gennaio quando la mozione venne messa ai voti e l’Italia dei valori decise per l’astensione. Non solo. “Se Di Pietro non affronta in Campania la questione di Formisano e di Marrazzo non andiamo da nessuna parte”, aggiunge il consigliere Migliaccio. Insomma, il punto è abbastanza delicato. “Se si fa chiarezza sulla questione morale e si puliscono le liste per le amministrative - spiega a ruota Scala - io firmo anche dieci mozioni e vado a raccogliere le firme in piazza contro Bassolino, come ho già fatto per il lodo Alfano, ma così no”.

Lo scontro, dunque, è più serio del previsto: una sorta di vaso di Pandora che scoperchiato rischia di fare seri danni al partito. Tant’è che lo stesso Di Pietro dovrà affrontarlo a fondo, probabilmente in una direzione nazionale già in programma proprio sui malumori intestini. E il Pd? Non perde la sua buona occasione per criticare. “Considero l’Italia dei Valori un partito temporaneo - spiega il vicesegretario democratico Dario Franceschini - come tutti quelli che nascono attorno a una persona”.

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