Perun censimento dei nomadi in Italia
Un censimento per i nomadi in Italia, minori compresi. E' quello che vuole il ministro Maroni perché solo avendo un quadro chiaro della situazione si può cacciare via chi non ha il diritto di rimanere e garantire condizioni di vita ''decenti'' agli altri. Maroni, alla commissione Affari Costituzionali della Camera, annuncia che anche ai minori saranno prese le impronte digitali. Un provvedimento per "offrire ulteriore garanzie agli indifesi.
Il censimento, spiega infatti il titolare del Viminale, servirà ''a garantire a chi ha il diritto di restare nei campi, di farlo in condizioni dignitose''. Un concetto, quello di rispedire a casa i clandestini, rom o meno, che Maroni ribadisce successivamente ai cronisti quando, respingendo l'emendamento salva-badanti avanzato dai ministri Sacconi e Carfagna, sottolinea che ''non esistono clandestini giusti e clandestini ingiusti: chi è entrato clandestinamente è clandestino. Punto e basta''. ''E' nostra intenzione - afferma ancora il ministro - dare piena attuazione ai patti per la sicurezza sottoscritti con numerose città ma rimasti sino ad adesso sulla carta''. Il censimento dovrebbe dunque partire a breve e sarà il secondo passo del governo dopo la nomina a commissari straordinari per l'emergenza nomadi dei prefetti di Milano, Roma e Napoli. I dati attualmente in possesso del Viminale indicano in circa 152mila persone la presenza dei rom in Italia, di cui il 37% sono italiani. Ma è probabile che il dato vada aggiornato. ''Io voglio sapere - disse il ministro a Gerusalemme non più di un mese fa - quanti sono i campi, provincia per provincia''. Perché ''c'è gente perbene che vive in condizioni misere e tanti minorenni''. Persone che, ha sempre sostenuto Maroni, ''devono essere trattati da cittadini, pagando le tasse e avendo i servizi''. Ed è proprio per tutelare i minori che nel pacchetto sicurezza è stato inserito il reato di induzione all'accattonaggio: un provvedimento che determina la perdita di quella che un tempo era definita la patria potestà dei genitori che si macchiano del reato e che nelle intenzioni di Maroni dovrebbe riuscire a modificare molti atteggiamenti che avvengono nei campi nomadi regolari''.
Lusetti: proposta disumana
Proposta disumana, inutile e demagogica" è secondo il senatore Luigi Lusetti del Partito Democratico, l'idea del ministro Maroni. "Non si comprende in che modo si possano avere risultati sul fronte della sicurezza applicando quella che è pur sempre una schedatura etnica, checché ne dica il ministro. Si prendano, piuttosto, le impronte di tutti, proprio tutti, gli adulti, senza distinzioni di pelle o etnia, lasciando in pace i bambini".
"Le forze dell'ordine sanno bene chi sono le vittime dello sfruttamento e dei soprusi dei loro aguzzini, veri ladri d'infanzia. Non c'é bisogno di proposte choc e spettacolari che non avrebbero alcun ritorno concreto nel contrasto della criminalità. I bambini sono piuttosto vittime di genitori o presunti tali che li sfruttano senza scrupoli; su questo occorre tolleranza zero. Occorre invece levare la patria potestà a chi sfrutta i bambini, che devono andare a scuola. E' questo il vero fronte di una azione efficace per la tutela della sicurezza dei cittadini e la lotta alla microcriminalità e all'accattonaggio nelle nostre citta"', conclude Lusi.