politica

Unione, no a liste civiche

Potranno sostenere Prodi dall'interno

22 Feb 2006 - 14:14

Nessuna concessione. L’Unione non intende aprire spiragli alle liste civiche, e gli ulivisti di Gregorio Gitti si apprestano a deporre le armi. La formazione dell’Arancio, insomma, nonostante abbia raccolto più di tremila firma, non entrerà a far parte dell’Unione come soggetto a sé. Ma, se vorrà, potrà sostenere Prodi dall’interno. Senza, cioè, inserire nuovi loghi nella coalizione e , soprattutto, senza apportare ulteriori frammentazioni alla squadra.

Questo, il leit-motiv di tutti gli alleati di Prodi, che a partire dal niet categorico di Rutelli e Fassino (entrambi preoccupati per una “personale” perdita di consensi causata proprio dalla lista arancio), trova facile presa un po’ ovunque. Del resto c’era da aspettarselo anche dalle parole titubanti dello stesso Prodi che nel corso della trattativa non ha dato nessuna rassicurazione sulla vicenda, limitandosi a un timido “non ci sono novità”.

Dunque, non se ne parla. E nell’incontro in Piazza Santi Apostoli con Giffi e Sarfatti, il Professore annuncerà definitivamente l’indisponibilità all’apparentamento. Tra i suoi ringraziamenti per il sostegno finora apportato all’Unione e i malcontenti degli arancioni, delusi per la porta in faccia. Diversa, e più incandescente, è invece la situazione del movimento guidato da Roberto Alagna, che non è disposto a fare dietro front pacificamente. Anzi, è già pronto un ultimatum che avverte l’Unione di trovare una soluzione entro il fine settimana (data in cui scade il termine per presentare il programma al ministero degli Interni), altrimenti parteciperanno per conto proprio.

Quello che in sostanza rivendica la rete “Cittadini per il Presidente”, è un accordo con il centrosinistra per gareggiare in tutta Italia, e non soltanto in Friuli come finora concesso. Insomma, per Alagna è chiaro: “O si fa l’accordo in tutte le regioni, o correremo anche da soli”. Con il rischio, in questo caso, non solo di scomparire, vista la proibitiva soglia del 4 per cento alla Camera e dell’8 al Senato, ma anche di portare via dall’Unione voti preziosi. Ma, ultimatum a parte, l’idea di un accordo nazionale non fa breccia nel centrosinistra.

Per Clemente Mastella, “le liste civiche sono sempre state storicamente un’anomalia e se oggi facciamo un accordo saranno i partiti a diventare anomali”; per il capogruppo del Prc, Giordano, vanno valutate “caso per caso”, senza tuttavia avere “né preclusioni, né una valutazione positiva”. Insomma, nessuna apertura. E i civici non demordono: “Potrebbe essere fatale – avverte Emilio Arcuri, responsabile su liste civiche – escludere consensi che possono arrivare da parte di tanti cittadini”.

Emanuela Argenio

Commenti (0)

Disclaimer
Inizia la discussione
0/300 caratteri