Prodi: più grave caso Calderoli
"E' un episodio che condanno senza appello, non è il modo di agire nel paese civile in cui viviamo. La mia è una condanna dura e aperta". Così il leader dell'Unione, Romano Prodi, commenta i fatti di Roma quano un gruppo di manifestanti ha dato fuoco alle bandiere israeliane. Però, avverte prodi, "non possiamo considerare in modo parallelo questi atti con atteggiamenti provocatori di un ministro della Repubblica Italiana. La differenza è enorme".
Sul caso sollevato dalla T-shirt di Calderoli, il candidato premier dell'Unione commenta: "E' sempre la solita musica, la Lega dice spropositi, qualcuno si sdegna, l'Italia viene dannegiata, ma alla fine ci mettono una pezza per salvare la Cdl. Stavolta il danno al paese sul piano politico, economico e della sicurezza è molto maggiore. Ma a loro - aggiunge il Professore - interessa poco".
Il caso Calderoli, secondo Prodi, mette in primo piano le responsabilità politiche del presidente del Consiglio. "Certo - ricorda - è stato lui per primo a parlare di civiltà superiori e non ha mai detto nulla per bloccare la Lega, che da anni insulta gli immigrati e dà sfogo ai sentimenti anti-islamici creando tensoni con il mondo musulmano".
Anche nel centro sinistra non mancano gli impresentabili, viene fatto presente a Prodi. "I matti sono ovunque - replica il Profesore - quegli slogan gridati al corteo ('10, 100, 1000 Nassiriya') sono assolutamente inaccettabili. Ma per piacere non facciamo paragoni. Noi i matti non li portiamo al governo. E credo che Bertinotti abbia dato prova di grande coerenza, estromettendo adlle sue liste che aveva espresso sulla strage di Nassiriya opinioni incompatibili con le nostre".