Al suo posto in lista Lidia Menapace
Il trotzkista Marco Ferrando non sarà candidato alle politiche per Rifondazione comunista. Al suo posto, al Senato, il partito candida la femminista Lidia Menapace, nome già compreso nelle teste di gennaio. L'escluso non ci sta: "Chiederò un referendum sulla mia candidatura - dice - "Lo statuto del nostro partito prevede tale facoltà con un apposito articolo. Sfido Bertinotti - ha concluso Ferrando - ad avere la maggioranza del partito"
"Nel caso di un referendum - ha rimarcato Ferrando - sfiderei il segretario a dimostrare di avere con sé la maggioranza del partito, sicuro che la stragrande maggioranza non tollera un cedimento ai diktat di D'Alema e di Prodi". Ferrando ha poi manifestato la disponibilità a farsi da parte purché sia garantita la presenza della minoranza trotskjsta nella rappresentanza istituzionale del partito: "Non è in gioco il problema della mia candidatura, ma la dignità e la sovranità del mio partito rispetto alle pressioni e alle intimidazioni esterne a cui è soggetto.
Fassino, D'Alema, Rutelli, Prodi, le forze del centro dell'Unione e esponenti del governo come il Ministro degli Esteri di un governo di guerra hanno sentito l'esigenza di chiedere imperiosamente a Rifondazione di ripulire le sue liste dalla mia presenza. E Rifondazione e il suo gruppo dirigente hanno chinato il capo. Doppio errore - prosegue Ferrando - primo perché le idee che io sostengo dovrebbero essere patrimonio di tutto il partito e in ogni caso sono patrimonio di gran parte del partito, secondo perché si rinuncia all'esercizio elementare della propria sovranità in fatto di composizione delle liste".