politica

Tangentopoli, morto Citaristi

Ex-tesoriere Dc, record avvisi garanzia

10 Feb 2006 - 19:11

E' morto a Bergamo il senatore Severino Citaristi, ex segretario amministrativo della Democrazia Cristiana. Aveva 85 anni. Citaristi è ricordato come il recordman delle informazioni di garanzia, accumulate durante Tangentopoli. Indagini nelle quali, proprio per la carica che ricopriva, rimase coinvolto, fino a ricevere circa 70 comunicazioni giudiziarie e condanne (in parte definitive) per oltre 30 anni.

"Non lo dico per me, che ho 82 anni ormai. Ma credo che un provvedimento per Tangentopoli venga prima di un'amnistia per i terroristi: serve una pacificazione nazionale per fare le riforme, un segnale per il Paese per voltare finalmente pagina". Cosi' parlava, due anni e mezzo fa, in un'intervista ad Avvenire, Severino Citaristi, il politico democristiano bergamasco entrato in una sorta di Guinnes dei primati giudiziario per aver collezionato il maggior numero di informazioni di garanzia durante gli anni di Mani Pulite: una settantina.

Segretario amministrativo nazionale della Democrazia Cristiana negli anni tra il 1986 e il 1993, proprio per questo suo ruolo il senatore Citaristi non poteva che diventare un primatista della comunicazione giudiziaria a partire dai mesi successivi a quel 17 febbraio 1992 in cui l'arresto del socialista Mario Chiesa a Milano diede il via alle mille inchieste su Tangentopoli. Uomo mite nei modi e nell'aspetto, amato e stimato anche dagli avversari, Citaristi ha sempre negato qualsiasi interesse personale nel 'ricevere' ("non ho mai preso una lira per me", "non ho mai corrotto nessuno") e ha sempre sottolineato che "tutti prendevano tangenti".

Nato a Villongo (Bergamo) nel 1921, Citaristi si era laureato alla Cattolica a Milano, e durante la guerra aveva fatto parte del Corpo italiano di Liberazione. Iscritto alla Dc dal 1947, era stato sindaco di Villongo, presidente della Provincia di Bergamo, e per la prima volta eletto in Parlamento, alla Camera, nel 1976. A Montecitorio era rimasto ininterrottamente fino al 1987, per poi essere eletto al Senato con oltre 74 mila voti (e rieletto nel '92). L'anno precedente, il 1986, era diventato 'tesoriere' della Dc, la carica che lo avrebbe fatto finire in decine di inchieste per corruzione e finanziamento illecito dei partiti. La prima informazione di garanzia gli arrivo', dalla procura di Milano, il 12 maggio 1992, per aver ricevuto la somma di 700 milioni da un imprenditore. Ne seguirono altre, a decine, da diverse procure (Milano, Bergamo, Verona, Aosta, Palermo) per una quantita' di inchieste tra cui alcune fra le piu' significative di Mani Pulite: Enel, Cariplo, Eni-Sai e altre. Citaristi venne anche arrestato, il 15 giugno '94, nell'ambito dell'inchiesta su tangenti pagate dai fratelli costruttori Caltagirone per gli appalti per la costruzione di una delle torri al Portello-Fiera. Il senatore, che gia' allora accusava gravi problemi di salute, venne subito posto agli arresti domiciliari e rimesso in liberta' dopo 8 giorni. Intanto, mentre si aprivano e raggiungevano i vari gradi di giudizio i processi per le inchieste a carico suo e di molti altri, nel 1998 Citaristi fu colpito da gravissimo lutto familiare: in una tragedia aerea in Colombia morirono sua figlia Silvia, 39enne, e il nipote.

L'anno seguente fu lui stesso a raccontare a Bruno Vespa di aver accumulato fino a quel momento condanne per oltre 30 anni di carcere (di cui 16 definitivi) e oltre 8 miliardi di ammende. Ma in carcere non ando': troppo gravi i suoi problemi di salute, quelli con cui ha convissuto resistendo fino ad oggi, per consentire l'applicazione di provvedimenti restrittivi della liberta' personale. "Io ho sempre ammesso il finanziamento illecito alla Dc - racconto' Citaristi - ma la gran parte delle condanne mi ha riconosciuto la corruzione in concorso con pubblici ufficiali ignoti. Non ne hanno trovato uno, perche' io non ho mai corrotto nessuno".

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