Bertinotti: è un lungo percorso
"La proprietà privata non si elimina per decreto ma nei tempi lunghi della storia". Lo dice al congresso del Prc, il segretario Fausto Bertinotti, spiegando che il superamento non sarà nel programma del centrosinistra. "Noi pensiamo - dice - che una forza di sinistra radicale, di alternativa possa prendere corpo". E quindi avvisa i riformisti: "Dove deve stare il timone dell'Unione, lo decida la democrazia e la partecipazione".
Il bisogno di abolire la proprietà privata, ha proseguito il segretario di Rifondazione comunista parlando con i giornalisti a margine del sesto congresso del partito, "e' la stessa cosa che dirsi comunisti, nel lungo periodo l'eliminazione della proprieta' privata e' la stessa cosa che dire comunismo". Ad un cronista che chiedeva se il leader dell'Unione, Romano Prodi, sia d'accordo con questa tesi, Bertinotti ha risposto: "Beh, ma non e' mica comunista. Perche' dovrebbe essere d'accordo, sarebbe curioso che lo fosse". Il segretario del Prc, precisando di non averne parlato con l'ex presidente della Commissione europea, ha aggiunto: "Prodi e' un cattolico democratico e perche' mai dovrebbe assumere come suo fine l'obiettivo del comunismo? Mi sembrerebbe davvero una cosa strana". "Comunisti e non comunisti - ha concluso Bertinotti - hanno obiettivi di societa' diverse, ma possono avere lo stesso governo".
Il discorso di apertura
"Lavorare e cercare insieme e' la via maestra, noi intendiamo perseguirla fino in fondo con il massimo di apertura". E' in queste parole, contenute nella relazione di apertura che si compie la metamorfosi di Fausto Bertinotti. Un passaggio dedicato non solo alla sinistra radicale ma anche alle forze riformiste. "Noi pensiamo - ha infatti spiegato - che un forza di sinistra radicale, di alternativa possa prendere corpo, rispondendo alla crisi della politica, avviando la riforma della politica, riconoscendo la pluralita' delle esperienze anche nelle diverse forme di organizzazione che la politica è venuta prendendo (partiti, associazioni, espressioni sociali, sindacali, comunitarie, giornali, organismi di ricerca) e riconoscendo anche le diverse forme che ha preso la militanza. La sinistra di alternativa - ha proseugito - non chiede solo un salto nelle culture politiche, ma anche nelle forme di organizzazione della politica. Le convergenze programmatiche piu' volte verificate con la sinistra Ds, la sintonia di tanti discorsi dicono che neppure il confine tra partiti riformisti e sinistra radicale puo' essere assunto come confine impedente". di qui il richiamo a "lavorare sulle esprienze, sulle culture politiche, sulla iniziativa politica: lavorare e cercare insieme e' la via maestra".
L'avviso ai riformisti
"Dove deve stare il timone, lo decida la democrazia e la partecipazione". Fausto Bertinotti parla a Piero Fassino e a quanti sostengono che la coalizione di centrosinistra ha bisogno di un "timone riformista". "I riformisti - osserva Bertinotti - hanno sovente la propensione ad annettersi ciò che chiamano il timone dell'Unione, cioè dell'alternativa a Berlusconi. Ne capisco la ragione, ma non sono d' accordo. Ne' penso che bisogna replicare con qualche rivendicazione uguale e contraria". "Non credo cioe' - precisa il segretario del Prc - che neanche sia opportuno rivendicare per noi quel timone, ma per l' intero popolo dell' Unione".
L'adesione di Ingrao
Pietro Ingrao ha rotto gli indugi e dopo aver assunto per anni una posizione critica nai confronti del Pds, prima, e dei Ds, poi, ha deciso di iscriversi a Rifondazione comunista. L'annuncio è stato dato dallo stesso Fausto Bertinotti aprendo i lavori del congresso del partito. Sulla notizia, anticipata da la Repubblica, è stato mantenuto in queste settimane il massimo riserbo. Non a caso ha colto di sorpresa anche il correntone diessino l'area politica che vedeva in Ingrao un punto di riferimento in particolare per le sue posizioni pacifiste cioè contro la guerra "senza se e senza ma".