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Letta: "Governo e decadenza Berlusconi sono vicende separate"

Per il premier, l'operato dell'esecutivo andrà giudicato al termine del percorso di riforme intrapreso: "Inutile e dannoso far cadere il governo"

11 Nov 2013 - 09:28
 © Ansa

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"Il mio orizzonte si ferma sul lavoro dei 18 mesi per cui ho avuto la fiducia e su cui voglio essere giudicato". Così il premier Enrico Letta da Malta sull'operato del governo. E, sulla minaccia di Berlusconi di staccare la spina all'esecutivo, afferma: "Continuo a non vedere quali alternative serie per il Paese ci siano intorno al cupio dissolvi: non porta a niente e oggi far scendere l'aereo non serve a nessuno e non cambia niente neanche al Pdl".

"Non mischiare la vicenda Berlusconi con il governo" - "Capisco che ci sono delusioni ma il cupio dissolvi non porta a niente", ha ribadito Letta parlando con i cronisti a margine della sua visita a Malta. Bisogna guardare al 2014, a "tutto il 2014 con la legge di stabilità che deve dare i suoi effetti: mischiare due vicende non porta da nessuna parte, l'ho sempre detto anche a Berlusconi", ha aggiunto il premier tornando a sottolineare che "se non si separano, non c'è guadagno per nessuno ma solo un avvitamento della crisi". Su questo "sono molto determinato" ha proseguito.

"Portiamo a termine un percorso, poi giudicherete" - "Lavoro perché la legge di stabilità sia migliorata al Senato", per "un 2014 e obiettivi per cui voglio essere giudicato al termine di un percorso, a fine anno prossimo" con la discesa di "deficit, debito, tasse e spesa" a favore della "crescita e dell'occupazione". Al termine di quel percorso ci sarà "un giudizio ed una valutazione" è tornato a sottolineare il premier.

"Sulle riforme sono tranquillo, giusto che ci sia un referendum" - "Non mi spaventa la soglia dei due terzi perché la riforma costituzionale prevede comunque il referendum, anche se quel quorum fosse raggiunto", ha detto Letta parlando delle riforme. "E' un passo talmente importante, elimina il bicameralismo, riduce il numero dei parlamentari e cambia il capitolo V, che è giusto abbia il voto dei cittadini".

"La legge elettorale? Governo interverrà solo se lo chiede il Parlamento" - Tornando a parlare della legge elettorale Letta ha quindi sottolineato come sia "compito del Parlamento: mi aspetto dia una risposta. Ho letto ieri un autorevole editoriale secondo cui il governo dovrebbe fare un decreto" ma questo "solo se il parlamento lo chiede", ha sottolineato Letta. Perché, ha spiegato, l'idea di un "intervento di urgenza del governo contro il Parlamento è ai limiti delle forzature". Se "invece il Parlamento ritiene opportuno chiedere un intervento sono pronto a ragionare: il governo è a disposizione del Parlamento per trovare soluzioni ma non contro le Camere", altrimenti si creerebbe "un corto circuito istituzionale".

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