Hanno declinato l'invito del Colle. I grillini: "Vergognoso l'incontro di ieri a porte chiuse con maggioranza e due ministri. Mentre a noi solo ora, non siamo in una monarchia"; la Lega: "Chiamata tardiva"
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Anche la Lega Nord, dopo il secco no del M5S, ha deciso di rifiutare l'invito del Quirinale per dialogare sulla riforma di legge elettorale. "Oggi non andremo dal Presidente Napolitano. Non ci piacciono le convocazioni frettolose, fatte all'ultimo minuto solo nel tentativo di rimediare a un errore molto grave" spiega Massimo Bitonci. I grillini dal canto loro rincarano: "Non andremo perché non siamo in una monarchia assoluta".
Paola Taverna (M5S): "Napolitano deve rispetto istituzionale a tutti" - "Con l'incontro di ieri Napolitano ha avallato la prevaricazione di chi è maggioranza parlamentare sulle opposizioni. Un comportamento tipicamente autoritario. Lo ha fatto, per di più, su una legge fondamentale dello Stato, sulla quale si basa tutto il funzionamento democratico delle Istituzioni della Repubblica". Lo ha ribadito la grillina, Paola Taverna. Infine, "non andremo perché siamo una Repubblica parlamentare: Giorgio Napolitano deve essere garante della Costituzione Repubblicana e dell'equilibrio democratico. Deve quindi rispetto istituzionale a tutti. In primis, certamente, alla maggiore forza politica d'opposizione nonché alla forza politica più votata alla Camera dei Deputati".
Salgono al Colle Sel e Fdi, incotro separato con la Lega - Nel pomeriggio Sel salirà al Quirinale per incontrare il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, e fare il punto sulla legge elettorale. A seguire il Capo dello Stato vedrà anche una delegazione di Fratelli d'Italia. Dopo le polemiche del Carroccio, la Lega Nord andrà separatamente, la data è ancora da fissare. A rappresentare Sel sarà la senatrice Loredana De Petris.
Roberto Giachetti (Pd): "Capire Napolitano, situazione è difficile" - La ''forzatura fatta da Napolitano'' ieri sulla legge elettorale, secondo il vicepresidente della Camera, Roberto Giachetti, ha una ragione: ''Forse anche in lui c'è la consapevolezza che la situazione è molto difficile''. Il parlamentare - che sta facendo lo sciopero della fame per chiedere il cambiamento della legge elettorale, e che anche a Milano ha presentato la giornata contro il Porcellum che si svolgerà il 31 ottobre - ha ribadito il suo "no" al ''ritorno al proporzionale o a dieci anni di larghe intese''.