LA LEGA SI DIFENDE

Caso Kyenge, la Lega si difende e rilanciaIn piazza contro l'immigrazione clandestina

Organizzata una manifestazione per settembre, a Torino. Maroni su Facebook: "Calderoli ha sbagliato ma ha chiesto scusa. Ora basta strumentalizzazioni". Ma è scontro con Letta sull'Expo

15 Lug 2013 - 21:08
 © Ansa

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La Lega prova a chiudere il caso Kyenge rilanciando con una nuova iniziativa in tema di immigrazione. Infatti è stata indetta, per il 7 settembre, a Torino, una manifestazione sulla legalità e il contrasto alla immigrazione clandestina. Intanto Roberto Maroni, su Facebook, ha postato un commento nel quale sottolinea che Calderoli ha sbagliato ma "si è scusato, sia pubblicamente che personalmente. Ora basta alimentare polemiche e strumentalizzazioni".

Calderoli dal canto suo ha preferito trincerarsi dietro un no comment riservando all'aula del Senato il suo pensiero. "Parlerò domani - ha detto il vicepresidente di Palazzo Madama -. A fine seduta chiederò la parola rispetto alle cose dette nel dibattito oggi in Senato dato che ero assente per l'impegno delle segreteria politica".

A chiudere le polemiche sul suo nome ci ha pensato Maroni. "La Lega contrasta le proposte che non condivide, ma non si devono mai insultare le persone - argomenta Maroni su Facebook -. Calderoli stesso ha riconosciuto l'errore e si è scusato, sia pubblicamente che personalmente con la ministra Kyenge. Ora però basta alimentare polemiche e strumentalizzazioni, utili forse a coprire il rumore di altre questioni che vedono il Governo direttamente coinvolto. Vorrei invece che il Governo dedicasse maggiori energie e risorse alla soluzione dei problemi dei cittadini, magari prendendo esempio da ciò che la Lombardia ha concretamente fatto in questi giorni: abbiamo messo un miliardo di euro a favore delle imprese lombarde per pagare i crediti che esse vantano (da anni) nei confronti dei comuni, strangolati dal patto di stabilità".

Scontro con Letta sull'Expo - Nella vicenda entra anche l'Expo 2015 in programma a Milano. E' il premier, Enrico Letta, nel fare appello a Maroni perché "chiuda questa pagina vergognosa", a ricordare che il governo sta collaborando con il governatore lombardo per l'Expo. "Il caso è chiuso, l'ho detto a Letta e sono sicuro che non ci sarà nessuna ritorsione sull'Expo perché questo sarebbe dannoso non per me ma per Milano, la Lombardia e l'Italia", ha replicato Maroni. "Mi hanno sorpreso le sue minacce", ha poi aggiunto.



Le questioni che vedono direttamente coinvolto il Governo potrebbero essere anche quelle riguardanti il dissidente kazako Ablyazov. Lo esplicita la segretaria politica della Lega in nota nella quale si legge che il partito "ha considerato che l'enfasi mediatica attribuita alle vicende delle dichiarazioni del senatore Calderoli ha avuto l'effetto di distogliere l'attenzione dell'opinione pubblica dalla vicenda incredibile e candalosa della deportazione della piccola Adua in Kazakistan". In conclusione il direttivo della Lega afferma di aver "deliberato" di lavorare "per incalzare il Governo su questa vicenda" senza capri espiatori.

In mattinata altri esponenti leghisti avevano gettato benzina sul fuoco delle polemiche con alcune iniziative e interventi. Come l'assessore regionale veneto Daniele Stival, che ha postato sul suo profilo Facebook una foto di "L'antipolitica" in cui l'immagine del ministro Kyenge è accostata a una frase dove ci si dice sdegnati per le parole di Roberto Calderoli indicando però come vittima l'orango, "una creatura di Dio" che non si puo' paragonare a "un ministro congolese". Stival ha poi detto di aver sbagliato a postare la foto e di avere intenzione di rimuoverla.

Sempre via Facebook è arrivato invece l'attacco di Matteo Salvini al presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. "Io mi indigno con chi si indigna - scrive il vice-segretario della Lega -. Napolitano si indigna per una battuta di Calderoli. Ma Napolitano si indignò quando la Fornero, col voto di Pd e Pdl, rovinò milioni di pensionati e lavoratori? Napolitano, taci che è meglio". Decisa la risposta a Salvini arrivata dal premier Enrico Letta. "Non ci provino nemmeno a tirare in causa il presidente Napolitano, che voglio difendere - ha detto -. Non è possibile che la vicenda continui così, credo che la vergogna sia già stata abbastanza".