Intanto Napolitano attende e guarda ai numeri che non ci sono. Il Pdl apre alle larghe intese. No all'unanimità del M5S
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Bersani sembra non mollare e pensa a chiamare il Parlamento al voto su un suo ancora ipotetico governo. "Dipende tutto da lui, da cosa dirà giovedì al Presidente: noi l'aspettiamo", fanno sapere dal Quirinale. Giorgio Napolitano intanto attende la fine delle consultazioni del segretario del Pd registrando ogni piccolo segnale di movimento del quadro politico e preparando con cura eventuali passi successivi.
Che ci potrebbero essere ed anche in tempi rapidi L'obiettivo, per il Colle, rimane quello di dare un governo con una maggioranza certa all'Italia, che possa tranquillizzare i mercati, prendere misure economiche e fare almeno la riforma della legge elettorale. E cresce anche in Parlamento il partito del "piano B", in caso di fallimento del tentativo Bersani. Un governo di scopo o del presidente, guidato da una personalità istituzionale, autorevole e lontana dal mondo della politica, da Valerio Onida a Gustavo Zagrebelsky. Il segretario del Pd più che vedere sembra avvertire alcuni movimenti: "Rimangono difficoltà ma si continua a lavorare anche perché mi pare si cominci a comprendere meglio qual è la nostra proposta", ha sintetizzato in serata.
Ma il Movimento 5 Stelle continua a chiudergli ogni porta; anche con durezza come ha fatto la capogruppo della Camera, Roberta Lombardi: "Neanche se si butta ai miei piedi e mi implora di dargli un lavoro.." gli daremo la fiducia, ha assicurato. Il Pdl insiste sulle larghe intese ma con Angelino Alfano continua a confermare che non appoggerà questo governo Bersani se non cambia linea. Il Quirinale, come se non bastasse la crisi, è stato decisamente impegnato a gestire un nuovo focolaio del tutto inaspettato: le dimissioni del ministro degli Esteri Giulio Terzi come epilogo della brutta vicenda dei due marò. Dimissioni che hanno indebolito ancora di più il governo Monti che Napolitano considera un'ancora di salvezza in questa fase difficilissima.