Esclusa ogni possibilità di prolungare il mandato. Il portavoce replica a De Bortoli, che chiede in un suo editoriale al Capo dello Stato di rimanere al Colle "almeno per un po'"
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"Una regola di rispetto della persona e dell'istituzione consiglierebbe di considerare la questione chiusa". Lo ha detto il portavoce del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, Pasquale Cascella, rispondendo al direttore del Corriere della Sera, Ferruccio De Bortoli, che chiedeva all'attuale Capo dello Stato di rimanere "almeno per un po'".
Nel suo tweet, Cascella ribadisce la posizione di Napolitano con un link che rinvia al sito del Quirinale e, più precisamente, alla nota del 21 febbraio dal titolo "Il Presidente Napolitano non ritiene ipotizzabile una riproposizione del suo nome per la Presidenza della Repubblica".
"Il Quirinale lo ha già detto: no a una rielezione" - "Il Presidente Napolitano - si legge nella nota - ha da tempo pubblicamente indicato le ragioni istituzionali e personali per cui non ritiene sia ipotizzabile una riproposizione del suo nome per la Presidenza della Repubblica. Egli apprezza e ringrazia, nel loro significato di espressione di fiducia nei suoi confronti, dichiarazioni di varie personalità a favore di una sua eventuale ricandidatura. Ma al Parlamento in seduta comune con i rappresentanti delle Regioni spetterà eleggere un nuovo Presidente della Repubblica, e rispetto a ciò ogni ipotesi appare oggi prematura. Dal canto suo, il Presidente Napolitano non può che confermare le posizioni già espresse nel modo più limpido e netto".
Nel suo editoriale, dal titolo "Il futuro presidente", De Bortoli sottolinea che le "tenui speranze" di formare un governo sono "tutte nelle mani del Capo dello Stato, i cui poteri si stanno di fatto esaurendo". Secondo De Bortoli, la presidenza della Repubblica, alla luce delle scadenze istituzionali e del quadro di incertezza, deve essere "sottratta ai prevedibili effetti di un grande gioco d'incastro fra candidature e veti".
"L'idea non piace all'interessato - osserva ancora De Bortoli - ma la saggezza e il buon senso, merci ormai rarissime, dovrebbero consigliare ai partiti di rieleggere il 15 aprile Giorgio Napolitano" visto che la Costituzione non lo vieta, facendo "di necessità virtù". Perché, argomenta, il Paese ha "maledettamente bisogno di un punto fermo" e un voto "largamente maggioritario" per Napolitano avrebbe "uno straordinario significato, quasi uno scatto d'orgoglio nazionale" soprattutto agli occhi degli osservatori esteri. Napolitano potrebbe così portare fino in fondo il suo tentativo "nella pienezza dei poteri", potendo eventualmente anche sciogliere le Camere. Poi sarebbe Napolitano, conclude De Bortoli, a decidere se dimettersi "anche dopo pochi mesi".