"Abbiamo perso, ma no ai baratti", dice il sindaco di Firenze. "Non pugnalo BersanI", aggiunge
© LaPresse
No alla premiership, ma un invito a raccogliere la sfida di Beppe Grillo e a smetterla con vecchie alchimie, dal baratto dei seggi all'offerta di poltrone. Matteo Renzi ha deciso di rompere così il suo silenzio, che durava dal giorno delle elezioni. "Ciò che volevo per l'Italia - ha scritto su Twitter - l'ho detto nelle primarie. Ho perso, adesso faccio il sindaco".
Il "rottamatore", evocato più volte in questi giorni dagli osservatori e da sostenitori e simpatizzanti pronti a giurare che con lui il centrosinistra avrebbe vinto, ha fatto il suo ritorno nel dibattito inviando da Palazzo Vecchio la sua newsletter, dopo due mesi e mezzo di silenzio. Dicendosi disponibile "a partecipare a una discussione vera su quello che serve al Paese", ma non "ad andare ai caminetti di partito sulle indiscrezioni della stampa o a partecipare al festivalbar delle candidature".
Giudizi netti, a partire da quello sull'esito delle elezioni: "Niente giri di parole, il centrosinistra le ha perse", ha scritto Renzi, definendo "non sufficiente" la vittoria numerica alla Camera, e criticando "qualche solone dei nostri" che ha lamentato l'incomprensione degli elettori. Ma da parte del sindaco di Firenze non c'è nessun attacco frontale al segretario in difficoltà: "Ho combattuto Bersani a viso aperto quando non lo faceva nessuno - ha rivendicato - guardandolo negli occhi. Non lo pugnalo alle spalle, oggi".
L'avversario da sfidare, adesso, è Beppe Grillo: Renzi ricorda come nella sua campagna delle primarie i temi della riduzione dei costi della politica fossero in evidenza, e chiede di rilanciarli "non per raccogliere il voto di qualche parlamentare grillino ma per recuperare un rapporto con il Paese". Quindi "non giocare al compro baratto e vendo dei seggi grillini", ma "togliere il finanziamento pubblico ai partiti, subito, come primo atto del nuovo Parlamento, con efficacia immediata". Perché Grillo, per il sindaco di Firenze "non va rincorso, va sfidato sulle cose di cui parla, spesso senza conoscerle", come gli open data, le donne in politica, l'innovazione ambientale. L'errore, secondo Renzi, sarebbe quello di inseguire il leader del M5s sul terreno delle dichiarazioni a effetto, o peggio ancora tentare di intavolare una trattativa "offrendo a Grillo la Camera e a Berlusconi il Senato, secondo gli schemi che hanno già fallito in passato".