Dopo le parole del premier Monti, il leader dell'Udc Casini: "Non ci sarà bisogno di un decreto" del governo per la riforma del Porcellum. Premio di maggioranza, dal Senato ok soglia al 42,5% votato da Pdl, Lega e Udc. Finocchiaro: "Dialogo rotto"
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"E' giusto quel che dice Monti" spiegando come un intervento del governo sulla legge elettorale sarebbe "tecnicamente possibile" anche se non auspicabile, "ma credo che non ci sarà bisogno di un provvedimento" dell'esecutivo per la riforma del Porcellum. Lo ha detto il leader dell'Udc Pier Ferdinando Casini. E poco dopo arriva la notizia dell'accordo al Senato sul premio di maggioranza fissato al 42,5%. Notizia che ha fatto infuriare il Pd.
Premio di maggioranza, dal Senato ok soglia al 42,5%
Intanto, è arrivato il via libera della commissione Affari Costituzionali di Palazzo Madama a un emendamento alla legge elettorale che prevede che per conquistare il premio di maggioranza si debba superare una soglia del 42,5%. A favore hanno votato Pdl, Lega, Udc e Mpa, Api-Fli. Contrari Pd e Idv.
Bersani: "Così non va, bisogna aggiustare"
"Sia chiaro che se ci si ferma ad oggi noi non ci stiamo non per noi ma per l'Italia. Questo impianto va profondamente aggiustato". Così Pier Luigi Bersani attacca dopo il via libera in commissione alla soglia del 42,5% nella riforma elettorale. "Evidentemente c'è qualcuno che per paura che governiamo noi vuole impedire la governabilità del Paese. Ma sul punto della governabilità noi non cederemo in nessun modo".
Finocchiaro: "Ora il dialogo è rotto"
"Certamente sì". Anna Finocchiaro, replica a chi le chiede se l'ok ad un emendamento che prevede una soglia del 42,5% per raggiungere il premio di maggioranza, votato da Pdl, Lega e Udc a maggioranza, rompa il dialogo sulla riforma. "Ora - conclude - faremo le nostre proposte in aula. Il lavoro di commissione è compromesso". A chi chiedeva come sarà un eventuale emendamento del Pd per l'Aula in materia la Finocchiaro ha replicato dicendo che "ci sono tante ipotesi in giro, ho visto ad esempio, quella d'Alimonte e mi è sembrata ragionevole prevede una soglia del 40% oltre la quale si guadagna un premio del 54% e se nessuno ci arriva c'è un premio al primo partito del 10%".
Casini replica al Pd: "Basta sceneggiate"
"Basta sceneggiate sulla legge elettorale. Una soglia minima per il premio di maggioranza la chiede anche la Corte Costituzionale". Così, via Twitter, il leader Udc Pier Ferdinando Casini replica al Pd, che ha duramente protestato per l'accordo in commissione che ha portato la soglia al 42,5%. E aggiunge: "Il Pd, invece di protestare, colga l'ottima occasione per migliorare il lavoro della commissione. Siamo disponibili a ogni ragionevole modifica".
Bersani: "Pronti a discutere ma no a colpi di mano"
Il segretario del Partito democratico, Pier Luigi Bersani, ha affermato: "Sulla legge elettorale non si fanno colpi di mano da parte di maggioranze spurie. Il Pd è pronto a discutere in commissione ma no a votazioni random né a forzature". "Serve attenzione alla governabilità perché l'Italia si trova davanti a tantissimi problemi e la colpa più imperdonabile sarebbe allestire una legge elettorale che in premessa inibisse la governabilità", ha aggiunto.
Franceschini: "Parlamento approvi nuova legge"
Nel Pd a soffermarsi sulla dichiarazione di Mario Monti è Dario Franceschini, per il quale l'intervento governativo sulla riforma della legge elettorale ipotizzato dal presidente del Consiglio può avere solo la forma di disegno di legge. "E' evidente che Monti si riferiva all'eventualità, tecnicamente possibile, di presentare un ddl e non certo un decreto che non è possibile il materia elettorale", ha chiarito il capogruppo del Pd alla Camera. "Il parlamento deve assolutamente approvare una nuova legge elettorale", ha però tenuto ha chiarire.
Belisario: "Siamo al limite del golpe"
Dura la reazione dell'Idv che parla di "golpe". Il capogruppo al Senato, Felice Belisario, spiega: "Sarebbe un atto palesemente illegittimo e contrario al nostro ordinamento costituzionale. Siamo al limite del golpe con un governo che, non solo pretende di decidere in materia di democrazia partecipativa quando è stato calato dall'alto e non gode del sostegno popolare, ma addirittura ipotizza di farlo andando contro le leggi e la Costituzione".