Il sindaco di Firenze candidato alle primarie del centrosinistra parla a Tgcom24. "L'accorpamento delle province? Una barzelletta, si spenderanno più soldi di quanti se ne risparmieranno"
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"Voglio una sinistra che faccia le cose, non che le rinvii". Lo ha detto il candidato alle primarie del Pd, Matteo Renzi, a Tgcom24. "Basta seguire i progetti faraonici", ha spiegato. Poi il commento sulla vicenda Grillo-Di Pietro: "Non credo che il Capo dello Stato possa essere scelto sulla base dell'opinione di Grillo". Una scelta così, ha sottolineato, va fatta in una "cornice istituzionale" alta e non "sulla base di un tweet".
Tanti i temi sul tavolo dell'incontro con il sindaco di Firenze, con le domande poste anche dagli ascoltatori di Tgcom24. Dalle primarie ai suoi progetti per l'Italia qualora diventasse il candidato premier per il centrosinistra.
Primo ostacolo però sono le primarie. E su questo fronte Renzi vuole sgomberare il campo da ogni dubbio: se perdesse sarà per colpa delle regole cambiate? "Non sopporto chi si lamenta - sottolinea - però mi spiace che uno come Bersani abbia avuto paura del voto dei 17enni. Le altre volte hanno votato sempre, questa volta no. In un periodo di poco entusiasmo per la politica si sono aggiunte difficoltà per fare votare la gente. Però se perderemo le primarie non sarà per le regole cambiate ma perché non saremo stati bravi a farci capire dagli italiani".
Renzi non intende prendere in considerazione un'ipotesi "bis" per il governo Monti ("Ha dato credibilità all'Italia ma c'è una cosa che si chiama democrazia: governa chi vince"), e intanto bocca senza appello la riforma delle province messa a punto dall'esecutivo. "E' una barzelletta. Non ha senso accorpare alcune province, questo porterà a far spendere più soldi di quanti se ne vorrebbe risparmiare, con il livello di confusione che si creerà - dice -. Si doveva avere il coraggio di abolirle del tutto oppure bisognava trasformarle veramente in enti di secondo livello formati dai sindaci e senza doppi emolumenti".
Pollice verso anche per la riforma del lavoro: "Se vinco la cambio - dice -. La riforma Fornero delle pensioni è seria, quella sul lavoro un po' meno. Abbiamo bisogno di tornare a dare agli investitori e ai lavoratori due cose. Agli investitori dobbiamo che le regole siano poche chiare e serie. Questo significa che serve un codice del lavoro da 60 articoli traducibile in inglese. Dall’altro lato quando una persona perde il posto di lavoro non dobbiamo più tutelare il posto e non la persona. L’idea di Ichino in questo senso sembra la cosa più seria. Inoltre dobbiamo smantellare una burocrazia stritolante per i cittadini e per gli amministratori. A Firenze quello che dipende da noi lo abbiamo sburocratizzato. La burocrazia una scusa? Basterebbe vedere una conferenza dei servizi. Non sarei credibile nel parlare di Irpef se non avessi abbassato l’addizionale a Firenze, così come se non avessi tagliato le auto blu o diminuito il numero degli assessori"
Nel corso dell'intervista condotta da Luigi Galluzzo il sindaco di Firenze non vuole poi soffermarsi troppo sulla questione alleanze, a suo parere un argomento tipico del vecchio modo di concepire la politica. "La politica non è un gioco di ruolo - afferma -, non sono tre leader che si mettono d'accordo. La politica è l'elenco delle cose da fare e la fai con i cittadini che ci stanno".
Inevitabile un commento sulla legge di stabilità e sul problema della pressione fiscale. "Non si può parlare di fisco senza tener conto dell’evasione fiscale - spiega Renzi -. Questa non la si combatte mettendo uno fuori da un negozio a chiedere lo scontrino. Perché lo stato non incrocia i dati? Tutti devono pagare e non insistere su coloro che hanno sempre pagato, qui discende l’obbligo di ritoccare le aliquote alle famiglie, oggi in troppi non riescono più a mettere via i soldi ed è chiaro poi che si tratta di contrazione della spesa. Io l’Irpef a Firenze l’ho abbassata. Non l’ho detto, l’ho fatto. Una cosa da fare sarebbe rendere trasparente ogni dato della pubblica amministrazione. La mia campagna elettorale in questo senso è di una trasparenza enorme, non mi spiego come mai non lo sono le fatture dei partiti che hanno beneficiato del finanziamento pubblico".
Posizione aperta per quanto riguarda i diritti civili degli omosessuali. "Il mio essere cattolico non è in contraddizione con l'essere un uomo di Stato - spiega -. Se diventassi presidente del Consiglio nei primi 100 giorni istituirei il registro per le coppie civili". Posizione contraria invece per quanto riguarda le adozioni per coppie gay. Ma tra i primi provvedimenti ci sarebbe anche una legge anti-casta. "Dimezziamo il numero dei parlamentari, via il vitalizio sarebbe il mio primo provvedimento da premier - dice -. Se non metti mano al tuo vitalizio come puoi pensare di essere credibile davanti al pensionato al cassaintegrato".
Per quanto riguarda il prossimo presidente della Repubblica Renzi si smarca tanto dall'ipotesi Di Pietro quanto da quella di Prodi. "La figura del Quirinale è una figura di prestigio istituzionale che deve essere decisa dai prossimi parlamentari - afferma -, alla gente non interessa. Mi sto facendo un mazzo grosso come una casa a girare l'Italia e nessuno mi chiede chi sarà il prossimo presidente della Repubblica".