Dietrofront dalla Camera: così a pagare la malagestione non saranno i cittadini
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Sono oltre 700 gli emendamenti al dl sui costi della politica presentati nelle commissioni Affari costituzionali e Bilancio della Camera. Tra gli emendamenti, uno prevede che saranno consiglieri e assessori a pagare di tasca propria se le Regioni non si adegueranno ai tagli introdotti dal decreto: l'indennità sarà dimezzata se entro il 20 dicembre non agiranno le forbici su indennità e vitalizi.
La situazione attuale
Il decreto ha introdotto una serie di tagli ai costi della politica di Regioni ed Enti Locali (taglio dei fondi ai gruppi consiliari, al numero dei consiglieri, ai vitalizi, alle indennità ecc); per costringerli ad adeguarsi, ha previsto delle sanzioni: il taglio del 5% dei trasferimenti dello Stato per la sanità, e dell'80% degli altri trasferimenti in caso di mancato adeguamento nei tempi indicati. Ma così a pagare non sarebbero gli amministratori ma i cittadini.
Le novità per salvare i cittadini
Gli emendamenti dei relatori, Chiara Moroni e Pierangelo Ferrari, concordati con la maggioranza, cambiano proprio questo punto. Se i tagli non scatteranno, si abbattera' la tagliola sulle indennità dei Consiglieri e degli assessori inadempienti. In più viene introdotta dagli emendamenti una sforbiciata alla liquidazione dei Consiglieri: non piu' dodici mensilita' per ciascun mandato di cinque anni, bensi' cinque mesi.
Inoltre viene inserità la gratuità della partecipazione da parte dei consiglieri alle Commissioni speciali, mentre il decreto parlava solo delle commissioni permanenti (i maggiori sprechi sono emersi proprio in quelle speciali). Per venire incontro alle richieste delle Regioni e' stato spostato il termine di adeguamento ai tagli, dal 30 novembre al 20 dicembre.
Da martedì le commissioni voteranno i 12 emendamenti e gli altri 700 presentati da opposizioni e singoli deputati della maggioranza che pero' hanno scarsa possibilita' di passare visto l'accordo sulle proposte firmate da Moroni e Ferrari.