Il premier invita l'opposizione a lavorare insieme per il bene del Paese. Ma attacca l'euro e i sindacati: "La moneta unica non convince. Sui licenziamenti una polemica che offende gli italiani"
© LaPresse
Silvio Berlusconi commenta le misure che il governo intende adottare sulla base della lettera inviata all'Unione europea: "Stiamo lavorando, lavoriamo bene e confido anche nell'apporto delle opposizioni". Per quanto riguarda invece la presunta lettera di dissidenti all'interno del Pdl, secondo il premier "è una bufala". "Non ne abbiamo traccia, né c'è un autore", aggiunge.
Berlusconi non usa mezzi termini per definire la presunta lettera di parlamentari dissidenti del Pdl che gli chiederebbero un passo indietro: "E' una bufala". "Una bufala, di cui non abbiamo traccia", ha aggiunto arrivando agli Stati generali del commercio estero a Roma. Il presidente del Consiglio ha aggiunto che "la Lega è un alleato sicuro e leale" ribadendo che non ci saranno elezioni nel 2012.
"Non sono pentito di essere sceso in campo"
"Non entrate in politica che ve ne pentirete. Io non mi sono pentito. Da questo punto di vista ho la consapevolezza di aver fatto qualcosa di impegnativo e di grosso sacrificio". Ha affermato Berlusconi.
"Vorrei lasciare, poi vedo Vendola e Di Pietro..."
"Mi piacerebbe moltissimo lasciare, ma se penso alle mie aziende, ai colleghi e ai figli e vedo una coalizione Bersani-Vendola-Di Pietro sento assolutamente la responsabilità di stare qui per mandare avanti il governo", aggiunge il presidente del consiglio.
"L'euro? Moneta che non convince"
"C'è un attacco all'euro che come moneta non ha convinto nessuno, perché non è di un solo Paese ma di tanti che però non hanno un governo unitario nè una banca di riferimento e delle garanzie", ha aggiunto il premier. "L'euro è un fenomeno mai visto ecco perché c'è un attacco della speculazione - prosegue - ed inoltre risulta anche problematico collocare i titoli del debito pubblico". "Dopo la Grecia, la speculazione si rivolge ad altri paesi, e noi siamo in prima fila, a causa del debito pubblico che abbiamo ereditato dal passato".
In serata, dopo le polemiche sulle sue frasi, Berlusconi è tornato a parlare dell'euro. "E' la nostra moneta, la nostra bandiera - ha detto il premier -. E' proprio per difendere l'euro dall'attacco speculativo che l'Italia sta facendo pesanti sacrifici. Come al solito, si cerca di alzare pretestuose polemiche su una mia frase interpretata in maniera distorta. Il problema dell'euro - ha aggiunto - è che è l'unica moneta al mondo senza un governo comune, senza una banca di ultima istanza. Per queste ragioni è una moneta che può essere oggetto di attacchi speculativi".
"Le riforme la prossima settimana in Parlamento"
La settimana prossima il pacchetto anti-crisi sarà all'esame del Parlamento, annuncia Berlusconi invocando anche il contributo dell'opposizione: "L'opposizione non potrà sottrarsi a sostenere il pacchetto di misure concordato con l'Europa. Mi auguro che chi ogni giorno chiede le nostre dimissioni, si renda conto che non sono provvedimenti per la maggioranza ma per l'interesse dell'Italia".
Conti pubblici peggiorano per tensione su Btp
"Siamo in una situazione di grande tensione per quel che riguarda gli spread sull'emissione dei titoli del debito pubblico" e "questo graverà ulteriormente sulla nostra finanza", ha detto il premier portando come esempio l'asta di BTp odierna in cui i rendimenti hanno superato il 6%.
"Polemica sui licenziamenti? Siamo all'800"
"La polemica sui licenziamenti facili è figlia di una cultura ottocentesca che ignora i cambiamenti del mercato mondiale ed è oltraggiosa per l'intelligenza degli italiani: già ora nelle aziende con meno di 15 dipendenti, dove lavora circa la metà degli occupati, non vige la giusta causa", afferma Berlusconi in una lettera al Foglio. "Di fronte al compimento di una fase critica e turbolenta, e dopo che in Europa il nostro e altri governi hanno chiesto e ottenuto impegni finanziari a difesa dell'euro, dando assicurazioni sulle riforme e un calendario impegnativo per la loro realizzazione, si va purtroppo dipanando una campagna fatta di ipocrisie e falsità, che tende a rovesciare come un guanto il senso delle cose". "Ci siamo impegnati - continua Berlusconi - per la crescita, per lo sviluppo, per più efficaci regole di concorrenza, di competitività, di mobilità sociale, non per deprimere l'economia e rilanciare la lotta di classe, che come ho detto in Parlamento è finita da un pezzo. La rete di protezione sociale, in specie sul tema del lavoro, è tutto sommato abbastanza solida in Italia, e nessuno vuole sfilacciarla".
"Seguiremo la strada tracciata da Ichino"
Secondo il premier "il problema è di ridurre le cattive abitudini, scongiurare un`estensione abnorme del lavoro precario, offrire un futuro qualificato ai giovani e alle donne rimuovendo solo e soltanto le rigidità improprie che impediscono l'allargamento della base occupazionale e produttiva, per avvicinarci agli obiettivi del Trattato di Lisbona sulla partecipazione al mercato del lavoro, purtroppo ancora lontani". "E se ora il governo si propone di intervenire sui contratti di lavoro, seguendo la strada indicata dal disegno di legge presentato dal senatore dell'opposizione Pietro Ichino, è solo per aumentare la competitività del Paese, aprire nuovi per spazi occupazionali per le donne e per i giovani, e garantire a chi perde il lavoro l'aiuto della cassa integrazione per trovare una nuova occupazione".