No del ministro ad alcune promesse fatte all'Europa. Bossi conferma: "Si è defilato"
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Nervi tesi a Palazzo Chigi. Il ministro dell’Economia prende le distanze dalla lettera inviata dal governo a Bruxelles e redatta dal premier con l’aiuto dei colleghi Romani, Brunetta e Sacconi. Una missiva dal contenuto troppo ambizioso secondo il titolare del Tesoro, da diverso tempo impegnato giorno e notte a stringere i cordoni della borsa. Il governo smentisce attriti ma Bossi conferma: "Tremonti si è defilato".
Berlusconi "commissaria" il ministro
“Quella lettera non è mia. Facciano quello che vogliono” avrebbe tuonato Tremonti dopo aver letto, a cose fatte, il messaggio inviato all’Unione Europea. L’entourage del ministro smentisce ma che Tremonti viva il Consiglio dei ministri, ormai da qualche tempo, da separato in casa, appare evidente. Tanto che circolano con sempre più insistenza voci di un possibile benservito al ministro. Ipotesi che avrebbe ripreso piede nelle ultime ore dopo che Berlusconi è tornato a essere l’unico referente economico italiano in campo europeo.
Le perplessità di Tremonti
Secondo Repubblica, Tremonti, quella lettera, l’ha vista solo martedì sera a cose fatte. La riprova sarebbe la distanza evidente tra ciò che l’esecutivo ha promesso all’Europa e i progetti nel cassetto del ministro. In particolare, Tremonti avrebbe criticato aspramente il capitolo sulle privatizzazioni che, a suo avviso, rischiano di tramutarsi nella svendita sottoprezzo delle poche realtà rimaste: su tutti Eni e Finmeccanica. La distanza tra ministro e premier sarebbe tale da aver convinto Tremonti, come svela il Corriere della Sera, a disertare il decisivo vertice di mercoledì.
Sacconi smentisce ma Bossi conferma: "Tremonti si è defilato"
Il ministro Sacconi, come del resto Palazzo Chigi e lo stesso Ministero dell’Economia, smentisce qualsiasi attrito: “La lettera è stata frutto di un lavoro collegiale, come è doveroso che fosse, e non poteva che essere il presidente del Consiglio a firmarla, d'accordo con il ministro dell'Economia”. Parole che, tuttavia, sembrano di circostanza. Che i rapporti tra Berlusconi e Tremonti si siano deteriorati è un dato di fatto. E il ministro siederebbe ancora in via XX Settembre solo grazie a Umberto Bossi. Proprio il leader del Carroccio conferma la tesi espressa dai due quotidiani: "Tremonti si è defilato" ha dichiarato in merito alla lettera inviata all'Europa.
Il precedente del 2004
Non è certo la prima volta che Tremonti si ritrova nel mirino. Già nel 2004 Berlusconi, spinto dagli alleati, decise di sostituirlo chiamando Domenico Siniscalco. Erano passati poco più di tre anni dalla vittoria alle politiche. Proprio come oggi.