Baby pensionati: il numero più alto in Piemonte, segue la Lombardia
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Sono i pensionati e il loro destino che in queste ore stanno facendo tremare il governo. Sono quegli italiani cui sono destinati gli assegni di anzianità, ovvero la pensione che si ottiene prima del raggiungimento dell’età pensionabile in presenza di determinati requisiti contributivi ed anagrafici. Ma perché tanto clamore da parte della Lega?
La risposta la dà il quotidiano “La Stampa”, dove si sottolinea che due terzi delle quasi 4 milioni di pensioni di anzianità che l’Inps paga finiscono al Nord. Basti pensare che il Piemonte è la regione col più alto numero di pensionati baby (oltre 100,2 per ogni 1000 abitanti), seguita da Emilia Romagna (92) e Lombardia (91.7). Seguono Friuli, Veneto e Trentino-Alto Adige. In fondo alla graduatoria quasi tutte le regioni meridionali: ultima la Campania. L’elettorato potenziale di Bossi è quindi decisamente sotto tiro.
Come mai una tale sproporzione tra le aree del Paese? Al Nord si concentra per tradizione l’industria del nostro Paese, in primis il mondo del lavoro operaio. In passato soprattutto nelle zone ad alta concentrazione industriale si cominciava a lavorare presto, a 15 anni, e altrettanto presto si potevano raggiungere i 35 anni che davano accesso al pensionamento. Storicamente quindi la maggior concentrazione di pensionati baby è al Nord.
Le pensioni di anzianità, introdotte nel 1965, oggi si ottengono raggiunta la somma tra un’età anagrafica minima (60 anni o 61) e un’anzianità contributiva minima (36 anni o 35). Ciascun pensionato baby costa allo Stato tra i 10mila e i 12mila euro l’anno.
Il primo governo Berlusconi fu fatto cadere dalla Lega proprio sulle penalizzazioni dei pensionati baby.