altri 5 anni

Il premier: "Riformare Costituzione e Giustizia"

Intervenuto al congresso di Scilipoti, Berlusconi ha parlato di legge elettorale e di governo

21 Ott 2011 - 14:04
 © Ap/Lapresse

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"Bisogna approvare la riforma della Giustizia e della Carta costituzionale". Lo sottolinea Silvio Berlusconi, ribadendo che questa maggioranza "ha i numeri per farlo". "Il mio governo è durato 5 anni e durerò 5 anni anche questa volta". E, sulla legge elettorale, afferma: "Alla luce del milione e 200mila cittadini che hanno firmato il referendum dobbiamo introdurre una variante nella legge che consente di scegliere candidato per candidato".

"Il premier ha pochi poteri"
La nostra Costituzione dà al presidente del Consiglio solo una possibilità di suggestione. Nessun potere. Lo ha detto Silvio Berlusconi al congresso dei Responsabili, aggiungendo che "il premier e il governo hanno solo il potere di proporre alle Camere disegni di legge e decreti legge, niente di più. Non posso dimissionare un ministro". Poi torna sulle sue vicende giudiziarie, accusando: "In questi 18 anni non mi hanno fatto mancare nulla".

"Stop a giudici politicizzati"
"Nella riforma della giustizia - ha affermato il permier - la prima cosa da fare è non consentire che nella giustizia ci siano dei partiti politici ed in particolare rivedere la formazione del Csm per ottenere che i giudici facciano i giudici e non utilizzino la giustizia come arma politica".

"Napolitano intelligente e puntuale"
Silvio Berlusconi ha elogiato il comportamento di Giorgio Napolitano a proposito del vaglio da parte del Colle dei provvedimenti: "Quando c'è un Capo dello Stato intelligente e puntuale come quello che abbiamo oggi, l'intervento è sempre qualcosa di molto preciso".

"Sceso in campo per evitare che il potere andasse in mano ai comunisti"
"Nel '93 insieme ad altri matti decidemmo di dare vita ad un partito politico perché dopo il golpe giudiziario che aveva spazzato via i cinque partiti della democrazia occidentale, dovevamo evitare che il potere e il governo andasse in mano ai comunisti ortodossi del Pci", ha proseguito Berlusconi.

"Faremo le riforme che una parte degli alleati non ha voluto"
"Faremo le riforme che non abbiamo potuto fare fino ad ora perché io ho avuto la colpa di non aver preso il 51% dei voti e ho dovuto fare i conti con i miei alleati che non erano d'accordo", ha ribadito.

"Lascerò solo quando ci sarà un degno erede politico"
"Non lascerò la politica prima diaver lasciato in eredità una nuova formazione che si riconoscanei valori del Ppe e da contrapporre alla sinistra dilaniatadalle divisioni", ha concluso.

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