Il Presidente della Repubblica dà un'interpretazione giuridica alle ultime vicende parlamentari. Poi, "l'art. 1 del Rendiconto può essere ripresentato con lo stesso testo"
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Giorgio Napolitano non ritiene che vi fosse "un obbligo giuridico di dimissioni" del governo "a seguito della reiezione del Rendiconto dello Stato". Il Presidente della Repubblica difende inoltre l'operato di Fini in merito al suo giudizio sulla vicenda: l'interpretazione data del significato preclusivo della bocciatura dell'articolo 1 "è materia che rientra pienamente nei poteri del presidente della Camera".
Il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, quindi non aveva l'obbligo di rassegnare le dimissioni. Era invece necessario un passaggio parlamentare che verificasse la persistenza del rapporto di fiducia del governo con il Parlamento. Lo scrive il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, nella lettera con la quale ha risposto alla missiva inviatagli dai capigruppo alla Camera di Pdl, Lega Nord e Popolo e Territorio.
"Rendiconto, possibile anche ripresentare lo stesso testo"
"Per superare l'inconveniente determinatosi" con la bocciatura dell'art.1 del Rendiconto, il Capo dello Stato ritiene inoltre possibile "anche la ripresentazione dello stesso testo", ma era opportuno farlo "dopo il chiarimento politico" e la verifica della Corte dei Conti.
"Non eccedere con voti di fiducia"
Il ricorso alla fiducia, scrive poi il Capo di Stato ai capigruppo Pdl, "non dovrebbe eccedere limiti oltre i quali si verificherebbe un'inaccettabile compressione delle prerogative delle Camere". Sarebbe tuttavia "inammissibile - continua - una contestazione dell'art. 94 della Costituzione" che lo prevede.